Un anno in Mozambico. Senza frontiere è il cuore di una giovane pediatra vicentina
Sei intensi mesi di specializzazione professionale vissuti in Mozambico, in Africa sud-orientale, non sono bastati a Serena Calgaro, giovane donna medico di 32 anni originaria di Sarcedo. Anzi, forse sono bastati eccome per cogliere una sua vocazione interiore, che la porterà a ripartire con meta l’aeroporto di Beira, seconda città per popolazione dello stato africano dove lei, pediatra laureata all’Università di Padova, trascorrerà un anno di vita e di lavoro. Non solo impegno clinico, ma anche formazione, assistenza, valutazione delle strutture sanitarie: un incarico delicato da affrontare con coraggio oltre che con professionalità e insieme umanità. Una scelta lodevole che gioverà a realtà marchiate dalla povertà ma in cui, anche grazie all’apporto del Cuamm, l’incidenza della mortalità infantile si è dimezzata negli ultimi 20 anni. Luoghi dove ancora oggi (dati del 2016) i pediatri sono in media uno ogni 100 mila bambini.
Martedì la dottoressa salirà sul volo con destinazione Africa, insieme all’organizzazione “Medici con l’Africa Cuamm”. Una volta disfatti i bagagli assumerà l’incarico di specialista all’interno dell’ospedale della grande città del Mozambico, dopo aver svolto un periodo di tirocinio conclusosi solo la primavera scorsa, ad aprile del 2018. Tempo di rientrare in Italia, salutare i familiari e festeggiare insieme la conclusione della specializzazione, riorganizzare il suo percorso professionale ed è già tempo di ripartire.
“Volevo conoscere l’Africa da vicino e non in modo superficiale, volevo andare oltre i cliché e il pensare comune, per questo ho scelto di fare la mia prima esperienza da specializzanda – racconta Serena Calgaro –. Come medico voglio essere utile agli altri, dare un contributo, anche se piccolo e limitato. Sono tornata con un bagaglio enorme di esperienza e di competenze: il cercare di esercitare la professione con i pochi mezzi a disposizione è uno stimolo, ti aiuta a ridurre gli sprechi, a fare le cose davvero essenziali. Inoltre, recuperi una dimensione molto umana del rapporto con il paziente».
Quello che motiva Serena è soprattutto una scelta etica: “’l’ingiustizia per quello che abbiamo noi qui e per quello che non hanno loro lì è , il divario è enorme. Ci sono cose che non si capiscono se non si vivono sulla propria pelle. Eppure hai una soddisfazione grandissima”. Da ricordare la possibilità di sostenere il lavoro dei medici del Cuamm con una donazione su c/c postale 17101353 e online.
Nata nel 1950, Medici con l’Africa Cuamm è la prima Ong in campo sanitario riconosciuta in Italia e la più grande organizzazione italiana per la promozione e la tutela della salute delle popolazioni africane. Realizza progetti a lungo termine in un’ottica di sviluppo, intervenendo con questo approccio, anche in situazioni di emergenza, per garantire servizi di qualità accessibili a tutti. In 65 anni di storia sono state 1.615 le persone inviate, 221 gli ospedali serviti, 41 i paesi d’intervento e 165 i programmi principali realizzati. Oggi Medici con l’Africa Cuamm è impegnato in 7 paesi dell’Africa sub-Sahariana (Angola, Etiopia, Mozambico, Sierra Leone, Sud Sudan, Tanzania, Uganda) con 827 operatori (213 europei e 614 africani), 72 progetti di cooperazione principali e un centinaio di micro-realizzazioni di supporto; appoggia 14 ospedali, 35 distretti (per attività di sanità pubblica, assistenza materno-infantile, lotta all’Aids, tubercolosi e malaria, formazione), 3 scuole infermieri e 2 università (in Etiopia e Mozambico).