CineMachine | The End? L’inferno fuori
REGIA: Daniele Misischia ● CAST: Alessandro Roja, Euridice Axen, Claudio Camilli, Benedetta Cimatti, Roberto Scotto Pagliara ● GENERE: horror, thriller ● DURATA: 100 minuti ● DATA DI USCITA: 16 Agosto 2018 (Italia)
The End? L’inferno fuori del 2018 per la regia di Daniele Misischia.
Storia: Su Roma è sceso l’inferno. Un uomo d’affari è rimasto bloccato nell’ascensore dell’edificio dove lavora. Claudio Verona (Alessandro Roja) è il protagonista di questa storia claustrofobica. Mentre nella capitale regna il caos, Claudio è costretto nella sua gabbia d’acciaio, impossibilitato ad uscire. Le porte sono bloccate, fuori nessuno risponde e delle terribili creature corrono per i corridoi dell’edificio alla ricerca di carne umana.
Sembra incredibile che questa sia la trama di un film italiano. Niente più cinepanettoni o commedie demenziali soft porn all’italiana, ma un puro e sano desiderio di proporre altro al pubblico italiano. Producono i Manetti Bros. e alla sua prima importante regia c’è Daniele Misischia, un ragazzotto con la passione per il cinema horror ed i zombie-movie.
Le critiche non sono certo mancate per un film che lavora su un’atmosfera apocalittica-claustrofobica all’interno di spazi ben delimitati e con un cast contenuto che poggia quasi totalmente sull’interpretazione di Alessandro Roja, divo di Romanzo Criminale di Stefano Sollima. Alcuni hanno criticato questo film definendolo “non competitivo” rispetto alla proposta del cinema internazionale, trovando nella regia di Daniele Misischia un ripetitività e una incongruenza accentuata con gli intenti del regista e la realizzazione emotiva di quest’ultimi nello spettatore.
In parte quello che viene detto nelle critiche riguardo a questo titolo è vero. In certi momenti l’atmosfera claustrofobica perde molto del suo pathos a causa di una regia che sacrifica più riprese in soggettiva o in interni, soprattutto dentro quella gabbia di acciaio dove il nostro protagonista si ritrova, a favore di riprese esterne e fin troppo ripetitive, come già accennavamo. Sono perlopiù le riprese del canale dove scorre l’ascensore e degli esterni dell’edificio le quali sembrano non cambiare nella loro staticità e questi elementi sono stati certamente utili per frammentare la storia, ma rischiano il più delle volte di far perdere allo spettatore la continuità temporale e narrativa degli eventi. Creare il pathos giusto in film di questo genere è fondamentale e basta anche qualche titubanza registica per far crollare tutta la tensione.
Finendo di evidenziare le criticità, devo dire che il film osa piacevolmente per essere un titolo prodotto e girato interamente in Italia. Il contesto non sarà certo originale all’interno di un panorama cinematografico molto esteso, ma se pensiamo al cinema italiano degli ultimi dieci non sono in molti a ricordare una trama con zombie o persone imprigionate. Certo è stato bello provarci e nell’insieme sono anche riuscito a divertirmi ed a godere perfettamente di una bella pellicola made in Italy che non fosse la solita commercializzata prodotta per un pubblico più da Youtube che non da cinematografo.
Si era anche alzata la questione del make up degli zombie che in molti hanno definito orribile o persino ridicola. Anche alcuni critici hanno massacrato questa sezione della produzione e sono gli stessi che definiscono “Zombi” di George A. Romero un capolavoro, come è bene ritenere se si vuole essere un attimino seri a livello critico, quando gli zombie di Romero erano molto semplici, interpretati da attori non professionisti ed avevano in volto una base di cerone e una schizzo di sangue finto. Certo il film non ha brillato per le scene splatter che ci vengono per lo più nascoste e lasciate all’immaginazione, però dire che il make up è uno schifo non è proprio essere obbiettivi.
In fine, ritengo The End? L’inferno fuori di Daniele Misischia tutto sommato un film godibile, ben realizzato sotto certi punti, meno in altri, ma meritevole di attenzione. Un film low budget come questo, prodotto e realizzato in Italia, che vuole in qualche modo strappare l’attenzione del pubblico italiano riportandolo al suo cinema, soprattutto quello horror, non è certamente da demolire, ma anzi sarebbe ora che la critica e il pubblico si spingesse di più verso questo genere di cinema, incitando anche le produzioni a darsi una bella svegliata e dare spazio e fondi a questi giovani registi che nutrono profondamente il desiderio di portare le loro storie e le loro idee di cinema sul grande schermo.