Il sindaco di Riace arrestato con l’accusa di favoreggiamento di immigrazione clandestina
Il sindaco di Riace, Domenico Lucano, diventato un simbolo dell’accoglienza per i migranti, è stato arrestato dalla guardia di finanza. Le misure cautelari arrivano al termine dell’indagine “Xenia” sulla gestione dei finanziamenti erogati dal Ministero dell’Interno e dalla Prefettura di Reggio Calabria.
In particolare per Lucano sono stati disposti gli arresti domiciliari e per alla sua compagna, Tesfahun Lemlem, è stato imposto il divieto di dimora.
In relazione ai reati contestati a Lucano e alla compagna, la Procura di Locri parla di “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti“. La misura cautelare, si aggiunge, rappresenta l’epilogo di approfondite indagini svolte “in merito alla gestione dei finanziamenti erogati dal Ministero dell’Interno e dalla Prefettura di Reggio Calabria al Comune di Riace, per l’accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo politico”.
Il procuratore di Locri ha aggiunto che Lucano ha dimostrato una “spigliatezza disarmante, nonostante il ruolo istituzionale rivestito”, nell’ammettere “pacificamente più volte, ed in termini che non potevano in alcun modo essere equivocati, di essersi reso materialmente protagonista ed in prima persona adoperato, ai fini dell’organizzazione di matrimoni di comodo”. Al riguardo viene riportato un dialogo intercettato dalla Guardia di Finanza sulle nozze di una cittadina straniera cui era già stato negato per tre volte il permesso di soggiorno.
“Lei – dice Lucano – ha solo la possibilità di tornare in Nigeria. Secondo me l’unica strada percorribile, che lei si sposa! Io sono responsabile dell’ufficio anagrafe, il matrimonio te lo faccio immediatamente con un italiano. Mi fa un atto notorio dove dice che è libera e siccome è richiedente asilo non vado ad esaminare i suoi documenti perché uno che è in fuga dalle guerre non ha documenti. Se succede questo in un giorno li sposiamo”.
E ancora: “Poi dopo mi chiede al comune il certificato di matrimonio, va alla questura di Siderno e chiede un permesso di soggiorno per motivi familiari perché si è sposata in Italia con cittadino italiano e non gli deve portare niente, solo il certificato di matrimonio. In quel modo, dopo che lei ha il permesso di soggiorno per motivi familiari, i tre dinieghi non hanno nessun valore, è subentrata un’altra situazione civile. Non solo, dopo un po’ di tempo prende anche la cittadinanza italiana”.
L’impegno di Lucano in favore dei migranti, e il modello creato, non è noto solo in Italia ma anche a livello internazionale, tanto che nel 2016 la rivista americana “Fortune” lo inserì tra le 50 personalità più potenti nel mondo. I guai per Lucano cominciarono quando la Prefettura di Reggio Calabria, lo scorso anno, dispose un’ispezione nel Comune di Riace dalla quale emersero una serie di irregolarità nell’utilizzo dei finanziamenti governativi per la gestione dei migranti. I risultati dell’ispezione fecero scattare l’inchiesta della Procura della Repubblica di Locri da cui sono emersi gli illeciti che oggi hanno portato agli arresti.