Notte dei senza dimora, al via gli eventi. A Schio dieci anni di Casa Bakhita
Sarà Schio questo pomeriggio ad inaugurare gli eventi vicentini per l’edizione 2018 della Notte dei senza dimora, che mira a sensibilizzare sulla situazione delle persone senza casa, creando occasioni di relazione con e insieme a loro e alle realtà che se ne occupano sul territorio. Schio festeggia, infatti, i dieci anni di Casa Bakhita: la struttura di accoglienza e promozione delle persone senzatetto per tutto l’Alto Vicentino che opera in rete con servizi analoghi in altre zone della provincia e voluta fortemente dall’ex assessore al sociale Emilia Laugelli ed inaugurata nel 2008.
L’appuntamento è alle 17 alla stazione dei treni, dove sono previsti racconti della redazione del giornale di strada Scarp de’ Tenis. Alle 18,30 Casa Bakhita a Palazzo Boschetti invita tutti a un aperitivo analcolico e musicale con The Dagored Jug Band. Sarà presentata anche la mostra “Montagna terapia”. Alle 19.00 cena aperta a tutti e dalle 20 spettacolo teatrale Omu Cani della compagnia Davide Dolores. L’evento, di portata nazionale, viene proposto in occasione della Giornata Mondiale di contrasto alla povertà (17 ottobre) e quest’anno giunge nel Vicentino alla 6° edizione. Dopo Schio, il 14 ottobre la Notte dei Senza Dimora si sposta ad Arzignano, il 17 e 20 ottobre a Vicenza e il 21 ottobre si conclude a Lonigo, sempre con reading, cene conviviali, musica e proiezioni. Previsto anche, a Vicenza, un momento di formazione per i giornalisti.
Tutte le info sono rintracciabili sulla pagina Facebook della Rete Vicentina della Notte dei senza dimora. Le persone senza dimora si mescoleranno a organizzatori e volontari dandosi da fare per aiutare o semplicemente per partecipare. “Anche per alcuni di loro, soprattutto di chi ormai una casa ce l’ha di nuovo – spiega la coordinatrice dell’iniziativa per Caritas Vicentina, Cristina Salviati – l’evento è diventato un appuntamento da non perdere. Saranno più invisibili del solito, perché come ripetiamo ormai da anni, le persone senza casa, a meno che non versino in situazione di degrado, non sono riconoscibili”.
“Quest’anno il focus degli eventi sarà il tema della carenza di abitazioni disponibili per le persone con questo tipo di fragilità. I comuni fanno sempre più fatica a trovare per loro delle sistemazioni, le liste di attesa si allungano e i fondi per ristrutturare, affittare o acquistare sono sempre meno. Eppure in tutta Europa si sperimenta il sistema chiamato ‘housing first’ dove la necessità di un tetto, del calore di quattro mura e di intimità viene riconosciuto come il primo passo da fare in un percorso di riscatto e inclusione” aggiunge il direttore della Caritas Vicentina don Enrico Pajarin.
L’obiettivo generale della Notte dei Senza Dimora rimane ovviamente quello di coinvolgere ampia parte della cittadinanza per far scoprire che le persone senza dimora non sono soggetti da evitare, ma persone comuni in grave situazione di esclusione e abbandono. C’è l’imprenditore che ha fallito e tardato troppo a chiedere aiuto, la famiglia che non ha saputo gestire lo sfratto, la dipendente che si è ammalata e non riesce più a pagare il mutuo della casa. Vicende, insomma, che possono capitare a chiunque.
“Casa Bakhita è una realtà importante ma ancora poco conosciuta – afferma Cristina Marigo, assessore al sociale del Comune di Schio – e dà risposte non solo a chi non ha dimora, ma offre anche altri servizi diurni rivolti alla persona: lavanderia, doccia, mensa, laboratori. Insomma non si può ridurre a un semplice dormitorio. Quella offerta è spesso una risposta silenziosa e discreta per quanti si trovino in situazione di difficoltà”. Sfatata anche la convinzione che vengano accolti in prevalenza cittadini stranieri: su 85 persone accolte nel 2017, 54 erano italiani e 74 erano maschi. L’età media è tra i 46 e i 56 anni e purtroppo i tempi di permanenza tengono ad allungarsi.
“La sinergia degli interventi, con Caritas, Aulss e le altre strutture collegate è cruciale” spiega Marigo. Per Lorenzo Sette e Lucia Pozza, rispettivamente presidente della Cooperativa Samarcanda – che ha in gestione Casa Bakhita – e responsabile della struttura, è fondamentale poter proporre percorsi personalizzati, al fine di favorire il ritorno delle persone con difficoltà a una vita integrata nella società.