Recupero rottami, fatture fasulle scoperte dai finanzieri. Sequestrati 50 mila euro
Non si tratta di una novità nel settore del commercio all’ingrosso e recupero di rottami ferrosi, anche se negli ultimi anni questo tipo di attività sembravano “rigare dritto”. I controlli della guardia di finanza della compagnia di Bassano del Grappa hanno scovato un titolare potenzialmente “furbetto” che, secondo le indagini svolte finora, avrebbe raggirato le imposte di legge attraverso una serie di fatturazioni inesistenti. Sequestrati in via preventiva 50 mila euro dal conto dell’azienda, a tutela dell’evasione fiscale in corso di verifica dopo i controlli preliminari operati dai militari.
A emanare un decreto di sequestro preventivo il gip del Tribunale di Vicenza, con indagini coordinate dalla Procura. L’attività commerciale incriminata, una s.r.l. con sede a Bassano amministrata da un 38enne domiciliato a Tezze sul Brenta, aveva attirato le attenzioni delle Fiamme Gialle in seguito ad un “altert” proveniente dalle operazioni bancarie dell’azienda. I finanzieri hanno segnalato alla Procura il provento del possibile reato (l’imposta evasa tramite l’indebita deduzione di costi derivanti dall’annotazione di fatture fittizie) sulla base di gravi indizi di violazione alle norme tributarie.
Il titolare avrebbe negato la ricostruzione offerta da parte della guardia di finanza bassanese, presentando ricorso attraverso i suoi legali. Rigettata però la richiesta di riappropriarsi della somma sequestrata, ora passibile di confisca e che rimane “congelata” come patrimonio a garanzia erariale in caso di condanna definitiva. Sarà il processo ad accertare le effettive responsabilità dell’azienda e confermare o meno i gravi indizi di colpevolezza riscontrati finora.