Crollo ponte Morandi. Un nuovo reperto potrebbe svelare le cause
Ci potrebbe essere una svolta per le indagini sul crollo del ponte Morandi a Genova. Tra i reperti catalogati dai periti della procura e i consulenti ne è stato trovato uno che potrebbe essere la prova decisiva per capire le cause del cedimento del viadotto sul Polcevera.
Si tratterebbe del reperto numero 132 che mostrerebbe un avanzato stato di corrosione dei cavi di acciaio dentro lo strallo di cemento armato. Corrosione, secondo i militari della Guardia di Finanza, dovuta a manutenzioni carenti.
Per gli inquirenti, infatti, il collasso del viadotto è stato causato dalla rottura degli stralli (i tiranti alla sommità della struttura) coinvolti da un processo di deterioramento lungo anni e per i quali era stato approvato il progetto di retrofitting, ovvero il rinforzo delle pile 9 e 10.
I lavori sarebbero dovuti partire tra la fine di quest’anno e l’inizio del 2019. Nel piano di intervento però non era stata prevista la chiusura del ponte. Il reperto, secondo il Secolo XIX, verrà inviato in Svizzera per analisi più approfondite.
Il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi è andato nell’hangar dove sono custoditi i reperti catalogati dai periti e dai consulenti, tra i quali proprio il numero 132 che potrebbe risultare decisivo per le indagini. “Questo reperto è uno dei più grossi – ha commentato il procuratore – e potrebbe essere fondamentale per permetterci di risalire alle cause del disastro”.
Nell’hangar, Cozzi ha potuto verificare che “il lavoro svolto da vigili del fuoco, consulenti e periti sembra fatto a regola d’arte”. “Ci sono ancora grandi macerie – ha commentato il procuratore – stiamo valutando il modo di riuscire a rimuoverle senza creare intralcio alle indagini”. Il procuratore è costantemente in contatto con il commissario per la ricostruzione del ponte, Marco Bucci, che ha chiesto una valutazione sui tempi e i modi per riaprire via Perlasca, strada che corre lungo il Polcevera e che è stata riaperta il 6 settembre scorso solo in un tratto. Cozzi dal canto sui ha ribadito che la procura ha ben presente la “necessità di bilanciare le esigenze investigative con quelle della popolazione”.