Dipendenti pubblici col secondo lavoro non autorizzato: sanzioni per 170 mila euro
Due dipendenti pubblici vicentini sono stati segnalati dalla guardia di finanza di Vicenza alla Presidenza del Consiglio dei Ministri in quanto per più anni hanno svolto un secondo lavoro senza avere la prevista autorizzazione della pubblica amministrazione per cui lavoravano, percependo così compensi per 85 mila euro.
A renderlo noto è il Comando Provinciale delle fiamme gialle beriche – nucleo speciale anticorruzione – che sono andati a verificare le incompatibilità derivanti dal cumulo di impieghi e di incarichi da parte di dipendentipubblici. La segnalazione è arrivata sul tavolo dell’ispettorato del Dipartimento della funzione pubblica.
Uno dei due è quello già noto di Stefano Titomanlio, 55enne ex dipendente del Tribunale di Vicenza, già al centro di una vicenda per corruzione per la quale ha patteggiato due anni ai servizi sociali: nel corso delle indagini i finanzieri hanno appurato che per circa 10 anni (dal 2007 al 2017) ha “svolto in modo continuativo e non occasionale un’attività extraistituzionale retribuita a favore di una nota società vicentina esercente attività di programmazione e trasmissione televisiva, percependo complessivamente compensi per oltre 71 mila euro”. L’ex funzionario giudiziario, concretamente, ha svolto un ruolo di commentatore fisso presso la televisione locale Tva Vicenza. A lui e la società committente (Videomedia) sono stati così segnalati all’autorità di governo competente con la contestazione di sanzioni amministrative per circa 144 mila euro.
Il secondo caso riguarda U.A. e le indagini sono state curate dalla guardia di finanza di Bassano, che ha constatato come un dipendente civile del Ministero della Difesa, per tre anni – dal 2015 al 2017 – senza la prevista autorizzazione della pubblica amministrazione a cui apparteneva ha percepito compensi da parte di un ente sportivo della provincia affiliato alla Fids (Federazione Italiana Danza Sportiva), “presso il quale con regolarità e sistematicità aveva offerto delle prestazioni professionali, per un ammontare complessivo di oltre 13 mila euro”. Un buona sostanza, di giorno lavorava per la Difesa, la sera teneva corsi di ballo. Al pubblico dipendente ed all’ente committente è stata così comminata una sanzione di oltre 26 mila euro, commisurata agli emolumenti corrisposti nelle tre annualità di impiego.
Le attività portate a termine dalle militari delle fiamme gialle beriche si inseriscono nella più ampia lotta all’illegalità nella pubblica amministrazione, perseguita in collaborazione con l’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione. Gli accertamenti in materia di conflitto di interessi, inconferibilità ed incompatibilità degli incarichi presso le pubbliche amministrazioni e gli enti privati in controllo pubblico, rientrano oggi, infatti, tra gli obiettivi prioritari perseguiti dalla finanza che, nel salvaguardare l’integrità dell’apparato pubblico, garantisce legalità, equità ed efficienza per l’intera collettività.