Il settore tessile sciopera, annunciato presidio davanti alla Marzotto
In seguito alla rottura della trattativa sul rinnovo del contratto nazionale tessile di lavoro le sigle sindacali FEMCA CISL, FILCTEM CGIL e UILTEC UIL hanno annunciato otto ore di sciopero per domani. Saranno due i presidi tenuti dai dipendenti in agitazione sindacale, di fronte a due luoghi cuore del tessile veneto: la Benetton di Treviso e lo stabilimento Marzotto a Valdagno.
Lo sciopero è stato dichiarato in seguito al fallimento di sei mesi di trattative tra le sigle sindacali e l’Associazione Associazione imprenditoriale di Confindustria (Sistema Moda Italia). Un’azione eclatante che arriva dopo vent’anni di assenza di proteste dei dipendenti tessili, il cui ultimo sciopero è datato 1996.
L’azione è stata decisa per tutelare i salari degli operai, a fronte delle richieste di Confindustria SMI di riduzione dei diritti sulla malattia, ferie, straordinario obbligatorio, controllo unilaterale sui tempi di lavoro. Altro snodo caldo della discussione riguarda la maggior flessibilità contrattuale chiesta dalla controparte industriale, che vorrebbe anche introdurre la verifica di inflazione ex post, rendendo di fatto nulla la certezza di aumenti retributivi.
“Gli oltre 50mila lavoratori del settore tessile veneto hanno diritto ad avere un contratto, un salario o stipendio dignitoso – scrivono FEMCA CISL, FILCTEM CGIL e UILTEC UIL – che li tuteli sia nella parte dei diritti che nella parte economica. Il contratto nazionale deve continuare ad essere uno strumento utile alle lavoratrici e ai lavoratori e alle imprese per disegnare congiuntamente modelli organizzativi efficaci in un settore così complesso, e finalizzato a favorire una nuova fase di rilancio e innovazione del nostro sistema manifatturiero industriale”.
Durante le otto ore di sciopero di domani quindi è stato organizzato tra le 9 e le 11 un presidio davanti allo stabilimento della Marzotto a Valdagno, con gli operai che scenderanno in strada per difendere i loro diritti.