Ponte Morandi: dopo il sì al dl Genova può partire la ricostruzione
Dopo l’approvazione in Senato del decreto Genova, possono finalmente partire i lavori per la ricostruzione del ponte Morandi. Il vicepremier Luigi Di Maio e il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli hanno più volte espresso la volontà di escludere Autostrade, la concessionaria dell’opera, da ogni operazione. Ma la nuova legge è dalla parte della Società che quindi, potrà occuparsi delle “opere propedeutiche”, cioè demolizione e comunque preparazione delle aree.
Qualora questo non dovesse accadere, il commissario per la ricostruzione e sindaco di Genova Marco Bucci ha comunque a disposizione un tesoretto di 300 milioni, con cui finanziare il ponte e poi si potrà rivalere sulla concessionaria.
Quindi il primo cittadino di Genova ha inviato a una quindicina di imprese, scelte tra le quaranta che si sono fatte avanti, la richiesta di presentare un progetto entro dieci giorni: tra queste ci sono Fincantieri, Fagioli, Salini, Impregilo, Siag, Leonardo e Cimolai. A questo punto però non è da escludere che anche Aspi avanzi una progetto visto che, come sottolineato dallo stesso Bucci, “anche le aziende non invitate possono manifestare interesse”.
Le proposte saranno poi valutate da una “task force” di venti persone. Inoltre il sindaco avrà al suo fianco due subcomissari: Piercarlo Floreani, magistrato della Corte dei Conti, e Ugo Ballerini, direttore generale di Filse, la società finanziaria della Regione.
Al momento la data indicata per l’avvio delle demolizioni è il 15 dicembre. A breve si procederà con le richieste di dissequestro delle aree ancora vincolate dall’autorità giudiziaria, a cominciare dal moncone di Ponente, quello sospeso sopra le attività produttive. A quel punto si potrà procedere allo smontaggio del troncone. In un secondo momento le operazioni si sposteranno sull’area di Levante e in questo caso si renderà necessario l’utilizzo delle cariche esplosive.
Nei pressi del cantiere nascerà una “zona nera” che comprenderà i palazzi da abbattere tra quelli evacuati tra via Porro e via Fillak. Proprio a quest’area, il dl Genova destina 45 milioni per indennizzi a imprese e attività economiche.
Per gli sfollati il sindaco di Genova ha a disposizione 72 milioni dei 100 totali per il 2018. Nel decreto, però, non sono previsti indennizzi per chi, nelle case evacuate, era in affitto. Rimarranno così escluse 60 famiglie su 266.
Infine nascerà anche una “zona arancione” che il commissario delimiterà a breve ma per questa la dotazione è di soli 10 milioni.