La frana sul Cadore fa paura. Inviata una squadra vicentina “armata” di binocoli
Quattro moschettieri vestiti di giallo fluo e armati solo di altruismo genuino e voglia di rimboccarsi le maniche. Sono partiti in quartetto da Sovizzo, tre uomini e una donna, con destinazione Perarolo di Cadore, e con la missione esplicita di monitorare il dissesto geologico in seguito ad una frana che ha colpito una zona del Bellunese, devastata dal maltempo di un mese fa. Il team di protezione civile, composto da volontari tutti vicentini del comprensorio, rimarrà in località Busa del Cristo fino a domenica 2 dicembre, turnandosi nella sorveglianza a squadre analoghe provenienti da più parti della regione.
Tra i volontari presenti sul posto si segnala la presenza anche di altri vicentini, da Torri di Quartesolo e Mussolente, anche loro impiegati come “vedette”. “Si tratta della prima missione per questo gruppo al di fuori del territorio dell’Unione dei Comuni Terre del Retrone – commenta Fabio Ghiotto, consigliere con delega alla Protezione Civile del comune di Sovizzo -. Questo grazie alla preparazione della nostra squadra, con cui abbiamo costruito un valido percorso di formazione. Ciò ha permesso di svolgere, come in questo caso, missioni extra che andranno ad arricchire ulteriormente il bagaglio di esperienza dei nostri volontari”.
Stato di attenzione confermato vista l’instabilità del versante di montagna franato. Lo smottamento, che ha coinvolto alcune abitazioni evacuate e rischia di provocare danni ad altri edifici, a distanza di un mese è ritenuto ancora pericoloso e necessita di controllo 24 ore su 24. La presenza del torrente Boite, sottostante alla zona di frana, in caso di caduta di materiali e pietre rischia l’ostruzione e un’esondazione incontrollabile. L’area rimane transennata, il piccolo paese praticamente deserto.