Global Compact, Conte: “La decisione spetta al Parlamento”
Sul Global compact for migration, il governo italiano prende tempo. Si tratta dell’atto Onu sui migranti che sarà siglato il 10 e 11 dicembre a Marrakech. Il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano sottolinea che è “opportuno parlamentarizzare il dibattito” e giudica “corretta la scelta dell’esecutivo di non partecipare all’incontro “, aspettando che si pronuncino le Camere. Netta la condanna del candidato alla segreteria Pd Maurizio Martina: “Conte si rimangia impegni internazionali. Comportamento vergognoso”.
Durante l’assemblea Onu del 26 settembre infatti, il primo ministro Conte aveva dichiarato il sostegno italiano al patto sulle migrazioni: “I fenomeni migratori con i quali ci misuriamo richiedono una risposta strutturata, multilivello e di breve medio e lungo periodo da parte dell’intera comunità internazionale. Su tali basi sosteniamo il Global Compact su migrazioni e rifugiati”. Inoltre, anche il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, rispondendo a un’interrogazione parlamentare di Fratelli d’Italia, aveva ribadito l’orientamento favorevole dell’Italia sul documento Onu.
Ma il ministro degli Interni Matteo Salvini ha affermato senza mezzi termini che l’Italia non firmerà il Global compact for migration fino a quando non si esprimerà il parlamento.
A conferma delle parole del leader della Lega si è espresso anche il premier Giuseppe Conte: “Il Global Migration compact è un documento che pone temi e questioni diffusamente sentiti anche dai cittadini. Riteniamo opportuno, pertanto, parlamentarizzare il dibattito e rimettere le scelte definitive all’esito di tale discussione, come pure è stato deciso dalla Svizzera. A Marrakech, quindi, il governo non parteciperà, riservandosi di aderire o meno al documento solo quando il Parlamento si sarà pronunciato”. Una posizione, quella del governo, in controtendenza rispetto a quanto annunciato in precedenza.
Duro il capogruppo dem Graziano Del Rio: “Il vero presidente del Consiglio è Salvini e ha smentito il ministro degli Esteri e il premier sull’adesione dell’Italia al Global compact for migration. È un cambio di posizione sostanziale che fa ulteriormente perdere credibilità all’Italia, dopo la brutta figura sulla manovra”.
Ad appoggiare il governo di Conte in Aula è invece Fratelli d’Italia che tramite la voce di Giorgia Meloni definisce il documento Onu “folle” perché “distrugge i confini e glo Stati nazionali favorendo l’immigrazione incontrollata”.
Anche il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, “resta convinto che l’orientamento del Parlamento rappresenti un punto di riferimento essenziale” in riferimento al Global Compact for Migration.
Tra chi ha negato la propria ratifica del documento Onu ci sono: i Paesi del Gruppo di Visegràd (Polonia, Repubbica Ceca, Slovacchia e Ungheria), oltre a Israele, Australia, Austria, Bulgaria, Svizzera, Polonia e gli Stati Uniti d’America. Ad annunciare l’uscita degli States dal gruppo dei firmatari è stata la rappresentante americana,all’Onu, Nikki Haley: “Le nostre decisioni sull’immigrazione devono essere sempre prese dagli americani e solo dagli americani”.
Ma che cosa è il Global compact for migration? E’ il primo accordo internazionale volto a stabilire una linea comune sulla gestione delle migrazioni. I suoi firmatari si impegnano a creare una politica comune, seguendo i principi stabiliti nelle dieci linee guida della dichiarazione. “Nessuno Stato può affrontare il fenomeno migratorio da solo, proprio per la sua natura transnazionale”, così si legge nel documento.
Obiettivo delle Nazioni Unite è salvaguardare i diritti e il benessere dei migranti. Al centro delle decisioni politiche devono esserci, infatti, gli individui, che devono vivere “in condizioni di benessere nei Paesi d’origine, transito e di destinazione”.
Questo deve essere fatto senza violare la sovranità nazionale: “gli Stati continueranno a promulgare leggi sull’immigrazione, in conformità con il diritto internazionale”. Anche la distinzione tra migranti legali e illegali sarà in mano ai governi nazionali.
Su molti punti del documento Onu, gli esponenti della Lega vedono elementi che collidono con le proprie idee politiche in tema di migranti.