Al via il processo per il dissesto della Popolare. Numeri da record e sit-in
Prima udienza oggi al processo per il crack della Banca Popolare di Vicenza. Un appuntamento blindato per la presenza massiccia in Tribunale a Vicenza di carabinieri, polizia, vigili, vigili del fuoco e persino di ambulatorio medico per eventuali malori: erano infatti almeno 300 i risparmiatori azzerati – arrivati anche in pullman e provenienti da diverse regioni italiane – che hanno inscenato un sit-in silezioso per chiedere verità e giustizia. Assenti invece gli imputati: l’ex presidente Gianni Zonin, sono imputati Giuseppe Zigliotto, Samuele Sorato, Emanuele Giustini, Andrea Piazzetta, Paolo Marin e Massimiliano Pellegrini, oltre allo stesso istituto bancario. L’accusa: aggiotaggio e ostacolo alle attività di vigilanza.
Oltre 500 avvocati, seimila le parti civili ammesse al dibattimento che chiedono di essere risarcite in caso di condanna. I primi legali erano in fila già alle sette e mezza di questa mattina per presentare gli atti necessari all’udienza, che è poi iniziata poco dopo le 11.
Depositata oggi anche la costituzione di parte civile da parte del Comune di Vicenza, tramite l’avvocato Giovanni Caruso di Padova. Ora si attende la decisione del tribunale sull’ammissibilità dell’istanza. “Un atto dovuto – afferma in sindaco Francesco Rucco – per i danni diretti e di immagine subiti dal Comune, di cui speriamo almeno in parte di essere ristorati, anche se siamo consapevoli che questa vicenda abbia conseguenze negative che continueremo a pagare ancora per tanti anni. Un gesto per ribadire anche la nostra vicinanza ai tanti vicentini che hanno perso i risparmi di una vita”.
Pubblicato da Elena Bertorelli su Sabato 1 dicembre 2018
In sostanza il Comune di Vicenza chiede il risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale, che hanno determinato le condotte poste in essere e contestate agli imputati odierni. Il Comune infatti detiene dal 2006 azioni della Banca Popolare di Vicenza. Dal crollo nei valori delle azioni della Banca è derivato danno patrimoniale. La seconda richiesta risarcitoria riguarda invece il danno non patrimoniale che le condotte contestate hanno procurato anche all’immagine e al nome stesso del Comune di Vicenza. Tale richiesta consegue all’incidenza che i fatti lesivi hanno avuto anche sotto il profilo della diminuzione della considerazione da parte dei consociati con i quali l’ente pubblico quotidianamente interagisce. Le vicende relative al dissesto della Banca Popolare di Vicenza sarebbero state insomma oggetto di ampia, ripetuta, negativa esposizione a livello mediatico, incidendo così negativamente sull’immagine e sul nome stesso della città di Vicenza.
La seconda udienza è fissata per sabato 15 dicembre. I pm che hanno istruito l’inchiesta – Luigi Salvadori e Gianni Pipesichi – hanno già depositato la liste delle persone che saranno chiamate a testimoniare: anzitutto, da gennaio, gli ispettori e i dirigenti della Banca d’Italia e quelli della Consob.