CineMachine | Turbo Kid
REGIA: François Simard, Anouk Whissell, Yoann-Karl Whissell ● CAST: Munro Chambers, Laurence Leboeuf, Michael Ironside, Aaron Jeffery, Edwin Wright, Romano Orzari, Steeve Léonard, Orphée Ladouceur, Yves Corbeil, Evan Manoukian, Anouk Whissell, François Simard, Martin Paquette, Pierre Sigouin, Yoann-Karl Whissell, Christian Picone, Ricky Greenwood, Abdul Ayoola, Thomas Luccioni, Sam B. Cloutier, Maxime Lapointe, David Loiseau, Nicolas Archambault, Jean-François Ferland, Ara Ball, Sylvain Lemaitre, Hazgary Colin, David Rigby, Louise Ménarde ● GENERE: avventura, commedia, azione, fantascienza ● DURATA: 95 minuti ● DATA DI USCITA: 5 November 2015 (Trieste Science+Fiction Festival)
Turbo Kid del 2015 per la regia di François Simard, Anouk Whissell e Yoann-Karl Whissell.
Storia: In un mondo devastato dalle guerre atomiche, un adolescente orfano si ritroverà a dover fronteggiare uno spietato signore della guerra per salvare la ragazza dei suoi sogni.
Una storia semplicissima, quasi banale, per un film che, ben tre anni prima di Ready Player One (2018) di Steven Spielberg, cita in un modo terribilmente spassoso la cultura pop anni Ottanta, con eroi mascherati con bracciali folgoranti e veicoli spaziali fuori dal comune.
A metà strada tra il mondo post-apocalittico di Mad Max (1979) Di George Miller ed il cinema supereroistico, Turbo Kid si rivela un vero e proprio atto d’amore verso quella cultura che ha rivoluzionato in gran parte la storia artistica della società occidentale e non solo.
Una produzione semi-indipendente, di cui i veri protagonisti sono questi tre giovani registi che a tre mani hanno scritto e diretto questa incantevole storia, ideando anche dei personaggi per nulla banali come in molti potrebbero pensare.
Partecipa nel ruolo dell’antagonista Zeus, con incredibile sorpresa, Michael Ironside, che ricordiamo in pellicole di spessore come Atto di forza (1990) di Paul Verhoeven e Scanners (1981) di David Cronenberg. Un Ironside invecchiato, ma che sa ancora regalare molto come supercattivo e che è un piacere riscoprire in produzioni di nicchia come queste. Di fatto è stato bello sapere che allo stesso attore farebbe piacere se la produzione riuscisse a mettere in cantiere un sequel di Turbo Kid, non tanto per il buon audience che il film ha ottenuto, ma proprio perché se lo meritano.
Se lo meritano perché la storia è ben scritta e il film è ben girato, ma soprattutto perché in ogni frame si può percepire una dedizione minuziosa per il dettaglio, come le luci, i colori e le ambientazione che sono stupende per quanto grottesche in molti punti della storia e dopo i costumi che sono un colpo al cuore. Per quanto semplici siano, non te ne puoi non innamorarti, soprattutto la maschera dello scagnozzo di Zeus che non puoi non pensare di comprare. Dopodiché i personaggi sono meravigliosi, soprattutto una giovane e stupenda Laurence Leboeuf che ho amato dal primo all’ultimo secondo.
Detto questo, Turbo Kid è un film che inebria lo spettatore e lo fa divertire anche attraverso delle note splatter di “jacksoniana” memoria. Non per altro i registi dovrebbero essere neozelandesi come il buon Peter Jackson.
Che dire di più? Un film semi-indipendente che fortunatamente la Koch Media ha distribuito anche qui da noi in un bellissimo formato Blu-ray e che non potevo non consigliare.