Manovra, i nuovi saldi dopo l’accordo con Bruxelles
Dopo il pericolo “procedura” scampato e la conferma dell’accordo con la Commissione europea, scade alle 13 il termine per la presentazione dei subemendamenti alla manovra. Si va verso la richiesta di fiducia su un maxiemendamento che oggi in aula al Senato recepisca le proposte di governo e relatori. Previsto un taglio per 3 anni dell’adeguamento delle pensioni oltre i 1.520 euro al mese e un taglio a quelle oltre i 100mila l’anno. Nei piani, anche aumenti dell’Iva per 23 miliardi nel 2020 e quasi 29 nel 2021 e 2022.
Resta il “giallo” della Tari in bolletta. L’emendamento della Lega è finito nell’occhio del ciclone per le proteste delle associazioni dei consumatori. La proposta, con prima firma del capogruppo dei senatori del Carroccio, Massimiliano Romeo, non è ancora stata votata. Alla legge di Bilancio verrebbe aggiunto l’articolo 521bis che prevede la possibilità – non l’obbligo – di far pagare la Tari “mediante addebito sulle fatture emesse dall’impresa elettrica”. Ciò avverrà solo “a seguito di apposita deliberazione del Comune che si trovi in stato di dissesto finanziario”.
L’emendamento del governo alla manovra prevede poi anche un taglio interessa anche l’adeguamento delle pensioni oltre i 1.522 euro al mese (3 volte il minimo): la decurtazione maggiore, fino al 60%, scatta per gli assegni oltre i 4566 euro, come prevede l’emendamento del governo alla manovra. L’indicizzazione piena ci sarà solo per le pensioni fino a 1.522 euro, poi sono previste sei fasce di tagli. Taglio anche alle pensioni d’oro, dal 2019, oltre i 100mila euro lordi.
Con l’accordo raggiunto tra Bruxelles e governo italiano è stato scongiurato l’avvio di una procedura d’infrazione per deficit eccessivo legata al debito nei confronti dell’Italia. Roma ha rivisto dunque al ribasso la stima del deficit/Pil: l’indebitamento netto si attesterà al 2% nel 2019, all’1,8% nel 2020 e all’1,5% nel 2021. Nuovi numeri anche per quota 100 e reddito di cittadinanza: è di 2,7 miliardi l’ammontare di risorse che si recuperano dal Fondo per il primo e di 1,9 miliardi da quello per il secondo. Con un taglio negli stanziamenti per entrambi, quindi, che è di quasi cinque miliardi.
Intanto, nonostante l’intesa, l’esecutivo comunitario avverte: continueremo a seguire “l’andamento del bilancio”.