Conte sulla Manovra: “una procedura di infrazione avrebbe avuto un costo politico molto elevato”
Dopo il taglia e cuci del Governo alla Manovra, il premier Giuseppe Conte ha svelato davanti al Senato l’esito della trattativa con Bruxelles, senza i due vice Matteo Salvini e Luigi Di Maio e giustifica così le modifiche: “Attraversare una procedura di infrazione che avrebbe messo sotto controllo i conti dell’Italia per sette anni, inutile negarlo, avrebbe avuto un costo politico molto elevato, e forse non del tutto prevedibile”.
Secondo il premier che, ha presentato questi accordi come una vittoria del governo: “La protesta dei gilet gialli in Francia può avere avuto il suo peso” sul sì di Bruxelles, “anche se è difficile da quantificare”, ammette Conte al Corriere della Sera. “Dalla prima cena a Bruxelles sui negoziati – aggiunge – quando mi sono sentito rivolgere alcune critiche contabili, ho invitato i miei interlocutori a considerare che noi avevamo davanti l’esigenza di mantenere la stabilità sociale in Italia. Ho menzionato esplicitamente al commissario Pierre Moscovici la rivolta dei gilets jaunes in Francia”.
Poi sul suo rapporto con i due vicepremier ” assenti giustificati” al Senato e sui “toni da abbassare”, Conte ha dichiarato: “Ci siamo resi conto tutti che questo non giovava all’interesse del nostro Paese. E a quel punto, per evitare che il negoziato si complicasse, ho chiesto e ottenuto una linea di comunicazione più attenta”.
Anche se assente in aula il vicepremier Matteo Salvini ha definito la Manovra “una vittoria dell’Italia e degli Italiani. Del buonsenso, della ragionevolezza, del dialogo”. Così il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini, intervistato da Rai Radio 2. “Sono molto contento – ha detto ancora il leader leghista – giorni e notti di lavoro e finalmente si parte con la Manovra vera, con la vita vera, con pensioni, lavoro, riduzione fiscale e burocratica, e quindi finalmente il buonsenso ha prevalso anche da parte europea e gli italiani potranno toccare con mano la prima manovra diversa degli ultimi anni. e fossimo partiti già in ritirata non avremo ottenuto nulla”.
A proposito dell’Iva Luigi Di Maio assicura: “Non c’è un aumento quest’anno e non ci sarà nei prossimi anni. Come abbiamo dimezzato quest’anno le clausole le dimezzeremo nei prossimi anni”. Il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro Luigi Di Maio lo ha dichiarato a Circo Massimo su Radio Capital in merito alla revisione delle clausole di salvaguardia, che prevede aumenti Iva per 23 miliardi nel 2020 e quasi 29 (28,75) nel 2021 e nel 2022, come emerge dall’emendamento del governo che recepisce l’accordo con la Ue sulla manovra.
Ad esultare per il risultato anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, che intervistato da Sky tg24 ha dichiarato: “Oggi è una grande giornata per il governo, per l’Italia e gli italiani. Il compromesso raggiunto non intacca minimamente la politica che risponde alle promesse fatte in campagna elettorale. Possiamo fare le nostre misure”. “Abbiamo negoziato a lungo – ha aggiunto – e quando si capirà la legge, quando sarà approvata in Parlamento gli umori cambieranno”.
Poi sull’Iva ha aggiunto: “Non ci sarà nessuno aumento nel 2019. Noi abbiamo la ragionevole ambizione di smettere il possibile aumento per il 2020 e per il 2021”.