Reddito di cittadinanza e pensioni, via libera del Cdm. Ecco tutte le novità
Come previsto, il Consiglio dei ministri ha approvato il decretone. Via libera dunque a reddito di cittadinanza e quota 100 per le pensioni. Soddisfatto il premier Giuseppe Conte, che commenta: “E’una tappa fondamentale per questa esperienza di governo, sono due misure che non rispondono a estemporanee promesse elettorale ma costituiscono un progetto di politica economica sociale di cui questo governo va fiero”. Con l’arrivo del reddito di cittadinanza il Rei scomparirà, ma non per chi già lo percepisce e continuerà a beneficiarne per tutta la durata prevista per il vecchio sussidio. Da marzo il Rei non può essere più richiesto e dal successivo mese di aprile non è più riconosciuto. Ma a chi se lo sia stato visto riconosciuto prima di aprile, il beneficio continua a essere erogato per la durata inizialmente prevista, fatta salva la possibilità di presentare domanda per il Rdc.
Tutte le misure nel dettaglio. Non hanno diritto al reddito di cittadinanza i nuclei familiari che hanno tra i componenti soggetti disoccupati a seguito di dimissioni volontarie nei dodici mesi successivi alla data delle dimissioni, fatte salve le dimissioni per giusta causa. Inoltre, non hanno diritto al reddito di cittadinanza i soggetti che si trovano in stato detentivo, per tutta la durata della pena, nonché coloro che sono ricoverati in istituti di cura di lunga degenza o altre strutture residenziali a totale carico dello Stato o di altra amministrazione pubblica. Nessun componente il nucleo familiare deve essere intestatario a qualunque titolo o avente piena disponibilità di autoveicoli immatricolati la prima volta nei sei mesi antecedenti la richiesta, ovvero di autoveicoli di cilindrata superiore a 1.600 cc, nonché motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc, immatricolati la prima volta nei due anni antecedenti, fatti salvi gli autoveicoli e i motoveicoli per cui è prevista una agevolazione fiscale in favore delle persone con disabilità ai sensi della disciplina vigente.
Un sito apposito. A spiegare i dettagli del reddito di cittadinanza, la cui platea sarà per il 50% al Sud e per il 50% al centro-Nord, è stato il vicepremier Luigi Di Maio: “Per febbraio saremo pronti a pubblicare il sito internet che dirà quali documenti sono da preparare e poi il sito da marzo sarà attivo per recepire la documentazione. Non c’è bisogno di andare a nessuno sportello se non si vuole. Possibile fare tutto con il portale ma in alternativa si potrà usare un normale sportello postale o ancora i Caf. Dopodiché l’Inps verifica e il reddito sarà erogato con una normalissima carta elettronica di Poste italiane. Dopo l’accesso al programma, entro 30 giorni, si sarà contattati dai soggetti attuatori”. Di Maio ha poi aggiunto: “Un’impresa che assume chi prende il reddito di cittadinanza arriva fino a 18 mesi di sgravi fiscali. Se chi prende il reddito decide di aprire un’azienda riconosciamo fino a 16 mesi di assegno per avviarla. Perché questa misura serve anche a stimolare l’autoimpiego e ad abbassare il costo del lavoro, su cui c’è tanto da fare”.
Pensioni di cittadinanza da 780 euro a 1032 euro. Su questo punto il leader del M5S ha spiegato: “Ci sono le pensioni di cittadinanza che stanno aspettando tanti pensionati che vanno alla mensa dei poveri. Ci saranno 780 euro se il pensionato vive da solo e per un nucleo fino a 1032 euro di pensione di cittadinanza”. Tra le integrazioni al Rdc anche agevolazioni a trasporti e istruzione. Possono prevedersi infatti anche misure non monetarie a integrazione del reddito di cittadinanza, quali misure agevolative per l’utilizzo di trasporti pubblici, di sostegno alla casa, all’istruzione e alla tutela della salute.
Pensioni quota 100. Chi è nato entro il 1956 e ha lavorato senza interruzioni almeno dal 1980 potrà andare in pensione a partire da aprile: la cosiddetta “quota 100” sperimentale per tre anni consente a chi ha maturato a fine 2018 almeno 62 anni di età e 38 di contributi, di andare in pensione anticipata. La norma è sperimentale per il 2019-21. Euforico l’altro vicepremier Matteo Salvini: “E’ un passaggio storico e ovviamente essendo una possibilità di scelta su quota 100 abbiamo fatto stime: se ci saranno meno persone che per loro ragionamenti, faranno domanda, i soldi che avanzeranno saranno reinvestiti in taglio delle tasse, se ci saranno possibilità maggiori i soldi ci sono. Posso garantirlo. Non ci sarà un avente diritto che si sentirà negare il diritto alla pensione”.
Statali già a quota 100 escono da agosto. Ad uscire entro il primo agosto saranno tutti i lavoratori pubblici che raggiungono quota 100 entro l’entrata in vigore del decreto che introduce la nuova modalità per la pensione anticipata. In precedenza la prima finestra era fissata a luglio ma era dedicata solo a chi raggiungeva i requisiti entro il 31 dicembre 2018. Per chi matura i requisiti successivamente, la finestra resta di 6 mesi con 6 mesi di preavviso. Per la scuola prima finestra a settembre con domande entro il 28 febbraio.
Le finestre per i lavoratori pubblici. E’ prevista una finestra trimestrale per i lavoratori privati che quindi potranno andare in pensione da aprile. La platea che potrebbe accedere alle misure è di cerca 315.000 persone ma è probabile che il numero sia più contenuto a causa della norma del divieto di cumulo con l’attività lavorativa fino all’età di vecchiaia. Potrebbe scoraggiare rispetto all’uscita anticipata anche l’importo ridotto di pensione a fronte di quello che si sarebbe avuto maturando i contributi fino all’età di vecchiaia o alla pensione anticipata indipendentemente dall’età. La pensione quota 100 non è cumulabile, a far data dal primo giorno di decorrenza della pensione e fino alla maturazione dei requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia con i redditi da lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione di quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale nel limite previsto dalle disposizioni vigenti.
Clausola “salva-spesa” per quota 100. C’è una clausola “salva-spesa” anche per evitare sforamenti per l’uscita anticipata con quota 100. E’ previsto un monitoraggio bimestrale dell’Inps che, nel caso in cui emergano scostamenti, anche in via prospettica, fa scattare i tagli ai ministeri competenti (in questo caso al ministero del Lavoro) e, quando non sufficienti, altre misure correttive come previsto dalla riforma del Bilancio dello Stato. Per il personale della pubblica amministrazione, nonché per il personale degli enti pubblici di ricerca cui è liquidata la pensione quota 100, l’indennità di fine servizio è corrisposta al momento in cui il soggetto avrebbe maturato il diritto alla corresponsione della stessa. Per le modalità di erogazione senza oneri a carico della finanza pubblica, servirà poi un Dpcm su proposta del ministro della Pa di concerto con Mef e Ministero del Lavoro Fondi bilaterali. I fondi di solidarietà bilaterali potranno erogare un assegno straordinario per il sostegno al reddito a lavoratori che raggiungano i requisiti previsti per l’accesso quota 100 nei successivi tre anni. Quindi si potrà accedere a questo strumento avendo almeno 59 anni di eta’ e andare in pensione a 62 nel 2021.
Pace contributiva. Sempre in via sperimentale per tre anni chi è interamente nel sistema contributivo (e non ha quindi versamenti prima del 1996) potrà riscattare fino a cinque anni di contributi purché per periodi per i quali non fosse prevista contribuzione obbligatoria (quindi buchi contributivi o periodi di congedo facoltativo, aspettative ecc).
Prorogati Ape sociale e opzione donna. Sarà possibile andare in pensione con queste due misure anche nel 2019. Per opzione donna bisogna essere nate entro il 1960 (1959 le autonome) ed avere almeno 35 anni di contributi. E’ prevista la decorrenza di un anno. Il Consiglio di amministrazione dell’Inps è ripristinato e sarà composto dal presidente e dal altri quattro membri. Entro 60 giorni dall’entrata in vigore del decreto devono essere nominati i nuovi presidenti di Inps e Inail. Arriva anche il riscatto con lo sconto degli anni dell’università per gli under 45, che abbiano iniziato a lavorare dopo il 1996 e ricadono quindi per intero nel regime contributivo. La misura agevola i giovani con carriere discontinue a “coprire” buchi contributivi con costi limitati. Si prevede che si possano riscattare fino a 5 anni con un versamento minimo.