Sammy, i sorrisi dopo l’intervento al cuore a Roma. Il primo al mondo nel suo genere
“Perfetto, allora sono vivo!”. Sono le prime parole dopo il risveglio dall’anestesia di Sammy Basso, il giovane vicentino emblema della lotta alla progeria (la sindrome da invecchiamento precoce) all’uscita dalla sala operatoria dell’ospedale S. Camillo di Roma. Nei giorni scorsi e nel massimo riserbo, Sammy è stato sottoposto ad un delicatissimo – ed inedito su persone nelle sue particolari condizioni – intervento chirurgico al cuore. Una volta che il decorso post operatorio ha confermato il buon esito della missione salvavita, l’Associazione Italia Progeria che porta il suo nome ha rivelato al pubblico la sfida al quale il 23enne di Tezze sul Brenta si è sottoposto.
Sammy, accompagnato dai familiari nella capitale, è stato ricoverato una settimana fa nel reparto di cardiochirurgia dove ha affrontato con coraggio e la sua proverbiale forza d’animo intervento un intervento “minato” da incognite. In quanto si sarebbe svolto per la prima volta al mondo su un paziente affetto dalla malattia genetica rara. Nel dettaglio, si legge sulla pagina ufficiale dell’associazione benefica, “attraverso un piccolo foro nel costato è stata cambiata la valvola aortica ed è stata fatta un’angioplastica ad una coronaria, il tutto a cuore funzionante e in un caso limite quale può essere un paziente con progeria”.
Tempo di riprendersi dagli effetti dell’anestesia, subito lo studente universitario vicentino – fresco di laurea con lode in Scienze Naturali la scorsa estate – si è lasciato a andare a uno scambio di battute con una delle infermiere che lo ha assistito dalla sala operatoria alla terapia intensiva. Una volta accertatosi che l’angelo custode al suo fianco era in carne ossa, ha subito contagiato di sorrisi il personale medico e infermieristico intorno a lui. Regalandosi e regalando un profondo sospiro di sollievo non solo a se stesso e ai suoi affetti più cari, ma anche alle migliaia di amici sparsi per il pianeta che lo seguono nella sua attività di testimonial per la ricerca. In pochi erano al corrente del crocevia che attendeva Sammy in questo inizio del 2019, aspetto indicativo riguardo alla delicatezza delle sue condizioni di salute.
“L‘unica cosa che si conosceva dei rischi? Che erano altissimi – continua il comunicato – dalla morte in sala operatoria ai danni permanenti. Nella storia della progeria questa è stata una pietra di volta!”.
Sospiri di sollievo, insomma, e un carico di gioia per la buona riuscita della missione romana. In attesa del suo ritorno a casa non solo a Tezze sul Brenta e nel Bassanese, dove Sammy è cresciuto e ha frequentato le scuole: anche nell’Altovicentino, a Zanè, dove risiedono i nonni materni, il cuore batte forte!