Picchia, insulta e minaccia i genitori, poi il pentimento tardivo. Condannato a 11 mesi
Il caso del giorno sui maltrattamenti in famiglia riguarda una condanna in primo grado a 11 mesi di reclusione inflitta a un 49enne di Vicenza, D. B. le iniziali, ritenuto colpevole dai giudici berici di aver picchiato i genitori in più occasioni. In un prolungato arco di tempo tra il 2009 e il 2017, fino alla denuncia che fece scattare l’attività investigativa a cavallo dei giorni di Capodanno del 2018. In seguito fu firmata l’ordinanza di allontanamento dalla casa familiare fino alla recente conclusione della trafila giudiziaria al Tribunale di Vicenza.
Le violenze si sarebbero perpetrate a lungo nei confronti dei due coniugi, oggi ultra settantenni, dal figlio fuori di sè dalla rabbia incontrollata. Condite da esplicite minacce di morte, insulti di ogni tipo e perfino percosse nei confronti di chi gli donò la vita e lo ha accompagnato nella crescita. Denunciato, in particolare, un violento colpi al volto del padre. A quei tempi intervennero le volanti della questura di Vicenza.
Le testimonianze dei due pensionati parlano inoltre dell’utilizzo improprio di un bastone e in un’occasione anche di un coltello da cucina, atterrendo i genitori precipitati in un incubo familiare senza apparente via d’uscita salvo ricorrere alla richiesta d’aiuto alle autorità. Inoltre, una serie di danneggiamenti alle suppellettili di casa avrebbero aggravato il quadro accusatorio nei confronti dell’uomo, spesso in preda ai fumi dell’alcol.
Tardivo, nei mesi scorsi, il proposito di redazione e si sottoporsi alle cure per liberarsi di un vizio divenuto ormai una vera e propria malattia con conseguenze psicofisiche. Ormai il corso della giustizia era in dirittura d’arrivo, a nulla sono valse le scuse presentate. Toccherà a mamma e papà, pensionati e alla ricerca di una serenità perduta proprio per mano del figlio, valutare nella loro sfera più intima se accettare o meno il pentimento e riaccoglierlo in famiglia.