Delitto di Cogne, Anna Maria Franzoni libera dopo 11 anni
Annamaria Franzoni è ora una donna libera. Condannata a 16 anni per aver ucciso il figlioletto Samuele nella villetta di Cogne il 30 gennaio 2002, entrò nel carcere bolognese della Dozza nel 2007, ne uscì nel 2014 per scontare il resto della pena ai domiciliari nella casa di famiglia a Ripoli Santa Cristina, sull’Appennino emiliano.
La Franzoni era stata condannata a 16 anni, poi ridotti a meno di 11 grazie all’indulto, un periodo che la buona condotta e la partecipazione a progetti di reinserimento le ha permesso di accorciare ulteriormente, regolando con alcuni mesi di anticipo il suo debito con la giustizia.
La donna si è sempre professata innocente: «Qualcuno me lo ha ucciso» ha dichiarato fin da subito la Franzoni. Ora la villetta di Ripoli è deserta: al cancello è appeso il cartello “Vendesi” perchè la famiglia si è trasferita in una casa isolata.
La riservatezza, in questa minuscola frazione di montagna, è totale: la gente si limita a dire che il marito, Stefano Lorenzi, lavora nell’azienda dei Franzoni e torna a casa a tarda sera. Con Annamaria c’è anche il figlio minore, avuto un anno dopo l’omicidio di Samuele, mentre il fratello più grande non vive coi genitori.
Per i compaesani Annamaria è una persona normale e gentile. Il suo legale, l’avvocato Paola Savio, di Torino, dice: «L’appello che ho sempre rivolto e rivolgo anche oggi è di dimenticarla. Questa famiglia ha bisogno di riconquistare l’intimità».
Nella cooperativa sociale di don Renato Nicolini, Annamaria ha lavorato nel laboratorio di sartoria. «Quando c’è un rapporto forte e affettuoso con la famiglia e l’ambiente d’origine, la persona si reinserisce. È questo che fa la differenza. Adesso ha ricostruito la sua vita, in famiglia», ha detto il sacerdote.
Dopo la notifica della fine della pena la Franzoni ha dichiarato: «Da un lato sono contenta, dall’altro vorrei trovare la maniera di far capire alla gente che non sono stata io».