Vertice Hanoi: fumata nera al summit tra Trump e Kim Jong-un
Tanto ottimismo iniziale ma alla fine nessun accordo al summit vietnamita di Hanoi tra il presidente Usa Donald Trump e il leader nordcoreano Kim Jong-un. A far ‘saltare il banco’ sarebbe stato il rifiuto di Trump “di togliere le sanzioni” a Pyongyang, come era stato invece richiesto da Kim a fronte di una volontà di denuclearizzazione.
“Non abbiamo ceduto su nulla. Noi siamo buoni amici del presidente Kim e della Corea del Nord. Hanno un potenziale enorme, è incredibile, ma per quanto riguarda le sanzioni si trattava di un settore che noi non volevamo”, si è difeso Trump nella conferenza stampa dopo il mancato accordo.
In particolare, Trump ha spiegato che gli Usa chiedevano che la Corea del Nord smantellasse il suo complesso nucleare di Yongbyon, ma Kim ha detto che non avrebbe acconsentito a meno che Washington non avesse tolto le sanzioni. “Dovevamo avere più di questo”, ha detto il presidente repubblicano che poi ha rivelato: “Kim Jong-un mi ha assicurato che non farà test su missili e niente che riguardi il nucleare”.
Dopo il mancato accordo, il tycoon ha affermato che comunque le “differenze sono state ridotte”. Abbiamo avuto delle giornate produttive” di colloqui a Hanoi e “le relazioni con” Kim Jong-un “sono forti, ma stavolta abbiamo deciso di non firmare nulla”, soprattutto perché, ha rimarcato Trump , Kim “ha una certa visione che non coincide con la nostra”.
L’Inquilino della Casa Bianca ci ha tenuto a precisare che l’atmosfere prima di lasciare il tavolo dei negoziati “era buona e amichevole”, tuttavia secondo il tycoon per il prossimo summit con il leader nordcoreano Kim Jong-un “potrebbe passare molto tempo”, anche se “io spero ci si possa rivedere al più presto”.
Infine il presidente americano ha ringraziato la Cina per il “grande aiuto” dato, “più grande di quanto la gente possa pensare”, nella gestione del dossier nordcoreano. Il tycoon ha affermato che “il 93% dell’interscambio commerciale viene dalla Cina”, esprimendo anche apprezzamento per il sostegno dato dalla Russia, “ancora più grande” malgrado il piccolo tratto di confine che vantano con lo Stato eremita.