CineMachine | Alita – Angelo della battaglia
REGIA: Robert Rodriguez ● CAST: Rosa Salazar, Christoph Waltz, Mahershala Ali, Keean Johnson, Jennifer Connelly, Ed Skrein, Jackie Earle Haley, Jorge Lendeborg Jr., Lana Condor, Eiza González, Idara Victor, Jeff Fahey, Derek Mears, Leonard Wu, Racer Rodriguez, Marko Zaror, Rick Yune, Hugo Perez, Casper Van Dien, Billy Blair, Jamie Landau, Dimitrius Pulido, Patrick Gathron, Elle LaMont, Alex Livinalli, Neal Kodinsky, Anthony Bandmann, Alan Nguyen, Sam Medina, Tod Junker, John Wirt, Darcel Danielle, Emma Lindsey, Garrett Warren, Liz Tabish, Tony LaThanh, Jorge A. Jimenez, Vincent Fuentes, Ibrahima Thiam, Paul de Sousa, Gregg Berger, David Sobolov, Jeff Bottoms, Edward Norton, Michelle Rodriguez, Jai Courtney, Keil Oakley Zepernick, Tristan Riggs, Derrick Gilbert, Marque Hernandez, Don Daro, Liza Wilk, Rachel Prieto, Michael Love, Toliver Charlotte, Delaney Riggs, Gregory Alexander, Wight Gary, Teague Heath, Young King, Ricky Lee, Alex Moore, Michael W. Bunch, Betsy Medina, Amanda Marie Wilkinson, Michael Wakefield, Philippe Auguste, Tyler Vogel, Rachel Hudson ● GENERE: fantastico, azione, thriller ● DURATA: 122 minuti ● DATA DI USCITA: 14 Febbraio 2019 (Italia)
Alita – Angelo della battaglia del 2019 per la regia di Robert Rodriguez.
Storia: Anno 2563. Dopo “La Caduta”, una catastrofica guerra combattuta tra diversi fazioni, solo una città è rimasta in piedi: Salem. Sotto di essa le macerie di una piccola città dove il simpatico cyber-dottore Ido Dyson (Christoph Waltz) troverà i resti mal ridotti di un cyborg, al quale darà nome Alita (Rosa Salazar). Questo cyborg, con un cervello tutto al femminile, cercherà di recuperare i suoi preziosi ricordi attraverso un percorso che la porterà ad innamorarsi di un essere umano, ad affrontare altri cyborg ed ad inimicarsi il leader politico e spirituale di Salem, Nova (Edward Norton).
Robert Rodriguez torna alla regia, dopo Machete Kills (2013) e Sin City – Una donna per cui uccidere (2014), con un film che esce un attimino dai suoi canoni registici, ma forse non così tanto come si potrebbe pensare. Produttore esecutivo, l’ineccepibile James Cameron che sembrava volesse dirigerlo lui, ma troppo occupato all’elaborazione del suo Avatar 2, atteso nelle sale per dicembre 2020, ha lasciato la regia ad un regista più giovane che ha alle sue spalle già un bel comparto titoli che spazia dai film d’azione, all’horror, alla commedia ed anche ai più semplici, seppur incantevoli, film per ragazzi come Spy Kids (2001) e Il mistero della pietra magica (2009).
Detto questo, personalmente non conosco molto del lavoro dell’autore del manga omonimo, da cui questo film trae ispirazione, però leggendo sul web diversi commenti di fans e lettori, sembrerebbe che il film sia fedele all’originale disegnato nel 1990 da Yukito Kishiro. Ci tengo a precisare che una linea di paragone che io non prenderò mai sarà quella del “quanto il film sia fedele al libro”, in quanto se l’opera letteraria dovesse essere l’indice di paragone di un film, allora Shining di Stanley Kubrick o Il Signore degli Anelli di Peter Jackson dovrebbero definiti dei film orribili. Il confine sta tra la scopiazzatura, la trasposizione, e il film autoriale.
Nel caso di Alita, Robert Rodriguez è riuscito a fare un’ottima trasposizione e sembra che stia riscuotendo comunque un buon successo di botteghino.
Iniziando a parlare del film, le tematiche che si affrontano sono molto ben definite, in quanto si parla del corpo e delle sue parti, umane e meccaniche e si parla di come l’essere umano potrà evolvere in un futuro che, come possiamo constatare dalle ultime scoperte, avanzerà sempre di più nella tecnologia con il rischio però di scordarsi del mondo che lo ha generato.
L’impatto ambientale che l’essere umano ha attraverso lo sfruttamento del pianeta per ricavare quelle risorse che gli sono indispensabili per portare avanti lo sviluppo di nuove tecnologie sono mostruosamente enormi. Come sono enormi anche le atrocità che l’uomo compie in nome di questo sviluppo economico e tecnologico, soprattutto attraverso un atto estremo che l’uomo meschinamente ama che è la guerra e la violenza.
Nel futuro in cui Alita vive il mondo è semidistrutto. L’uomo ha perso molto di ciò che era, dei suoi beni e dei suoi valori, e si è ridotto ancora più ad essere un ladro, un bugiardo, un assassino e molto altro ancora.
Una lotta per sopravvivere. Una lotta di classe, dove i poveri rimangono ai piani più bassi e producono per i potenti che stanno sopra di loro a Salem. Ricorda un po’ Metropolis (1927) di Fritz Lang che è riuscito a conquistare ed influenzare anche la cultura nipponica (si veda l’omonima trasposizione Metropolis (2001) diretta da Rintarō) con la sue riflessioni sul mondo capitalista e la suddivisione in classi che ancora oggi domina il nostro presente.
Alita però è un elemento nuovo, accattivante e sensuale a suo modo ed è questo il bello di questo film, ovvero che la CGI non è mai così invadente da creare fastidio o far perdere il filo del discorso. Tutto fila liscio e ci sono stati coloro che hanno criticato la scelta di Rodriguez di ricreare il volto di Alita con la computer grafica, con questi occhi tanto sproporzionati, quanti belli, profondi che sono un ponte di collegamento tra noi, povero pubblico, e le emozioni della protagonista. Una CGI che non è invadente, ma invade lo schermo e ne amplifica i caratteri della storia. Questo è ciò che la CGI dovrebbe sempre fare, né più né meno.
Questa eroina che si trasformerà in una incredibile guerriera, esperta nelle arti marziali, riuscirà ad evolvere ed a riscoprire, proprio attraverso il combattimento, alcuni frammenti della sua storia passata, e sarà in grado anche di provare dei sentimenti per un essere umano che la ricambierà. Un amore ai massimi vertici della fantascienza, tra uomo e macchina, che è già stato proposto innumerevoli volte, anche in forma tragica come in Ex-Machina (2015) di Alex Garland.
Il valore della lotta individuale e della lotta dell’essere umano per emergere in senso positivo, nella sua unicità e nella grandezza che gli deriva proprio dalla memoria che egli possiede e che gli permette di non commettere ancora gli errori fatti in passato o almeno lo si spera vivamente.
Eppure, alla fine di tutto questo discorso, non mi sento di lodare troppo questo titolo, in quanto è stato divertente, emozionante, ma a tratti un po’ prevedibile e si nota quanto Robert Rodriguez abbia dovuto restare nel suo, senza spingersi troppo oltre, soprattutto nelle scene più emotive o di contorno. Sono più le scene d’azione che ci mostrano la grande tecnica di questo regista che è riuscito comunque a fare un gran bel film blockbuster che accontenterà un po’ tutti.
Di fatto Alita è un ottimo film per ragazzi che potrà godere anche dell’approvazione di un pubblico più adulto, ma rimane un buon film, con un buon ritmo, una bella storia e una buona messa in scena, ma più di questo non riesce ad esprimere.
Andatelo a vedere in sala, perché sicuramente merita il grande schermo e fateci sapere la vostra, se lo avete visto, se vi è piaciuto o meno.