Nuova Zelanda: attacco in due moschee di Christchurch
Strage in Nuova Zelanda. E’ di almeno 49 vittime il primo terribile bilancio dell’attacco in due distinte moschee della città di Christchurch. A sparare sarebbe stato un commando formato da 3 uomini e una donna, che la polizia è successivamente riuscita a fermare.
L’autore della strage, ha riferito la polizia australiana, si chiama Brenton Tarrant ed è un australiano bianco di 28 anni: ha rivendicato gli attacchi lasciando un manifesto anti-immigrati di 74 pagine in cui ha spiegato chi è e il motivo delle sue azioni, che definisce un attacco terroristico. L’uomo, riporta il New Zealand Herald, ha ripreso la strage in diretta streaming: il video, pubblicato su Facebook, è durato 17 minuti ed è poi stato rimosso dal social network.
Ad aprire il fuoco nella prima moschea di Al Noor, dove c’erano 300 persone, intorno alle 13:40 locali – l’1.40 del mattino in Italia – sarebbe stato un uomo bianco tra i 30 e i 40 anni che indossava un’uniforme in stile militare. Un testimone ha raccontato che un uomo armato vestito di nero è entrato nel luogo di culto e ha fatto fuoco: “Ho visto persone morte ovunque”.
Il commissario di polizia neozelandese Mike Bush, durante una conferenza stampa, ha detto che sono state anche rinvenute auto con esplosivi nel centro della città, dov’era in corso la manifestazione dei giovani studenti per il clima, sulle orme dell’attivista svedese 16enne Greta Thunberg, che è stata evacuata. L’intera città era stata messa in lockdown poi rientrato.
Secondo quanto riporta il sito ‘Stuff.co.nz‘, inoltre, sui caricatori delle armi usate per la strage era stato inciso il nome di Luca Traini, 28enne di Tolentino autore della sparatoria contro gli immigrati avvenuta a Macerata il 3 febbraio 2018.
“E’ uno dei giorni più bui del Paese” ha subito condannato la premier della Nuova Zelanda Jacinda Ardern. “Un atto di violenza senza precedenti” ha detto parlando alla nazione aggiungendo “non permetterò che questo cambi il profilo della Nuova Zelanda. Questo atto non riflette quello che siamo come nazione”.