Imane Fadil aveva paura di essere controllata. Berlusconi: Mai conosciuta
Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ha risposto oggi a Melfi (Potenza) a chi gli chiedeva un commento sulla morte di Imane Fadil, testimone nel processo cosiddetto Ruby: “Spiace che muoia sempre qualcuno di giovane. Non ho mai conosciuto questa persona e non le ho mai parlato. Quello che ho letto delle sue dichiarazioni – ha aggiunto Berlusconi – mi ha fatto sempre pensare che fossero tutte cose inventate e assurde”.
Fadil è morta dopo “un mese di agonia”, hanno riferito in Procura a Milano, dove si indaga per omicidio volontario sulla sua morte. Secondo le indagini, la modella marocchina, ricoverata il 29 gennaio prima in terapia intensiva e poi rianimazione, è stata vigile fino all’ultimo, nonostante i forti dolori e il “cedimento progressivo degli organi”. Secondo quanto emerso dagli esami tossicologici la donna è morta per un “mix di sostanze radioattive”.
Solo una decina di giorni prima di morire Imane Fadil, una delle testimoni chiave del processo sul caso Ruby, aveva rivelato ai medici dell’Humanitas, dove era ricoverata in gravi condizioni, di temere di essere stata avvelenata.
Era “molto sospettosa”, in particolare nell’ultimo anno, Imane Fadil. Stando a quanto riferito all’ANSA da chi ha avuto modo di parlarle a lungo negli ultimi mesi, la 34enne temeva anche di essere “controllata” e andava ripetendo che aveva ancora “molte cose da dire” sul caso con al centro le serate ad Arcore. Diversi testimoni sono stati sentiti dai pm in questi giorni.