Flat Tax, scontro nel governo. Salvini contesta i numeri del Mef
Si profila il rischio di un nuovo braccio di ferro all’interno della maggioranza giallo-verde. Questa volta a separare Lega e M5S è uno dei provvedimenti bandiera della campagna elettorale della Lega: la Flat tax.
Il ministro dell’Interno e leader del Carroccio Matteo Salvini è intervenuto, di nuovo, in mattinata correggendo le simulazioni del Tesoro, che ieri aveva stimato in quasi 60 miliardi il costo dell’intervento, parlando invece oggi di cifre sensibilmente più basse. “Sono numeri strampalati”, ha attaccato Salvini. “Non siamo al Superenalotto. I numeri li contiamo con più precisione”. “Per la prima fase della Flat tax per le famiglie, per un primo colpo sostanzioso, non per tutti ma per tanti, servono 12-15 miliardi e sarebbe una rivoluzione epocale”, ha aggiunto.
Una puntualizzazione sulla scia di quanto chiarito ieri dal sottosegretario alle infrastrutture Armando Siri, padre della flat tax in salsa leghista. “Non so se esista uno studio perché non l’ho mai visto, ma se anche esistesse non può riferirsi alla nostra proposta di Flat tax: Fase II che ha un’incidenza di circa 12 miliardi e si riferisce ad un intervento di riduzione dell’imposta per tutte le famiglie fino a 50 mila euro di reddito”, aveva detto.
Da Melfi, ieri, Salvini aveva annunciato di voler introdurre la Flat Tax nel 2019: “La vogliamo far entrare anche nelle case delle famiglie dei lavoratori dipendenti italiani”.
Ma è l’altro vice presidente del Consiglio a tirare il freno a mano: “Sulla Flat tax familiare l’importante è non fare facili promesse alla Berlusconi, come rappresentanti dello Stato non dobbiamo mai dimenticarci di avere delle responsabilità nei confronti dei cittadini” – ha detto Luigi Di Maio gelando l’alleato di governo ma assicurando che si sarebbe trovata una soluzione insieme alla Lega “come abbiamo sempre fatto”.
L’opposizione intanto è già partita all’attacco. “La Flat tax é una bufala senza spazi fiscali per sostenerla, l’hanno subito fatto capire a Salvini. L’insofferenza viene dagli imprenditori del Nord che hanno capito la mutazione genetica della Lega, che per prendere voti in tutta Italia paralizza il Paese”, ha attaccato il segretario Pd Nicola Zingaretti.