Milano, bus dirottato: Ousseynou Sy voleva punire l’Europa per le politiche sui migranti
Non ha legami con l’Isis, non si stava radicalizzando, ma “ha agito come un lupo solitario” Ousseynou Sy, l’autista 47enne che ieri intorno alle 11:50 ha dirottato l’autobus delle Autoguidovie (il trasporto pubblico in Lombardia ed Emilia Romagna) che, guidava da Crema verso Milano e poi gli ha dato fuoco: quando le fiamme stavano divampando alcuni ragazzini erano ancora dentro e hanno rischiato la vita. Poi della vettura è rimasto solo uno scheletro annerito, ma i bimbi per fortuna sono rimasti illesi.
Aveva precedenti per guida in stato di ebrezza e violenza sessuale e aveva registrato un video fatto arrivare in Senegal, in cui diceva di voler “punire l’Europa per le politiche a suo dire inaccettabili contro i migranti”. Per questo oltre alle accuse citate si aggiunge l’aggravante di terrorismo.
Ad allertare i carabinieri un piccolo ‘eroe’: ai bambini Sy, fa infatti lasciare i cellulari in fondo al bus ma, come raccontano in procura, gli adulti hanno legato debolmente i polsi dei bambini seduti più distanti dall’autista. Uno di loro è così riuscito a liberarsi e a prendere un cellulare, chiamando il 112.
Per il 47enne senegalese Ousseynou Sy, padre di due figlie, diventato cittadino italiano nel 2004 dopo aver sposato una ragazza di Crema da cui poi si era separato, l'”Africa doveva rialzarsi” e i suoi connazionali non dovevano più partire per l’Europa, da punire per le sue “politiche criminali sulla migrazione”.
“Ousseynou, nostro collaboratore almeno dal 2002, dal 2004 era in servizio a tempo pieno – dichiarano da Autoguidovie – Negli anni non ha mai dato segnali di squilibrio, né avevamo mai ricevuto reclami sulla sua condotta come autista. A livello di compartimento aziendale, Crema e zone limitrofe, non eravamo a conoscenza dei suoi precedenti penali”.
Perquisita la sua casa a Crema, mentre la procura di Milano effettuerà anche una serie di verifiche per capire come l’uomo, con precedenti per violenza sessuale e guida in stato di ebbrezza, potesse svolgere l’attività di autista di bus. L’inchiesta è coordinata dal pm Luca Poniz e dal capo del pool dell’antiterrorismo Alberto Nobili.
Ousseynou Sy “ha ammesso la premeditazione cioè di aver ponderato da giorni” il gesto compiuto: lo ha spiegato in conferenza stampa il responsabile dell’antiterrorismo milanese Alberto Nobili. Non è legato all’Isis e a nessun genere di organizzazione terroristica di matrice islamica il 47enne, ha detto Nobili che ha spiegato che al momento la vicenda non va inquadrata nel “terrorismo islamico”.
“E’ stata una mia scelta personale – sono state alcune delle parole che ha detto ai pm Ousseynou Sy durante l’interrogatorio -, non ne potevo più di vedere bambini sbranati da squali nel Mediterraneo, donne incinte e uomini che fuggivano dall’Africa”.
“Se non fossero intervenuti i carabinieri nessuno si sarebbe fatto male”, ha detto ai pm. La benzina e le fascette servivano, nel suo racconto, “a tenere buoni i bambini”. Ha ammesso di avere portato un coltello da cucina, mentre non conferma di avere avuto una pistola, anche se alcuni testimoni dicono di averla intravista.
Il procuratore della Repubblica di Milano Francesco Greco nel ringraziare i carabinieri in particolare quelli della stazione di San Donato Milanese ha detto che con il loro coraggio “hanno compiuto un’operazione che si vede nei film delle squadre speciali” anche perché “l’intento stragista era partito e l’ uomo stava per dare fuoco come poi ha fatto al pullman”. “Se non stiamo a piangere 52 bambini è grazie a loro”, ha concluso Greco.