Verona, si apre il discusso Congresso Mondiale delle Famiglie
Al via a Verona, dopo giorni di polemiche, il Congresso Mondiale delle Famiglie che si svolgerà nella città scaligera fino a domenica. Una tre giorni che ha visto spaccarsi nettamente su posizioni contrapposte le due anime del governo: la Lega, presente in forze alla manifestazione con ben tre ministri e i 5Stelle, assenti, che non hanno esitato a puntare il dito contro le posizioni oscurantiste rappresentate dal Congresso con lo stesso Di Maio che ha parlato di “rischio di ritorno al Medioevo e di sessismo inaccettabile”. Posizioni che rimbalzano sui social – dall’omofobia al sessismo, al razzismo – che gli organizzatori però assicurano non faranno parte del dibattito.
Lo stesso governatore del Veneto, Luca Zaia, che ha dato il patrocinio all’iniziativa di Verona, assicura che prenderà posizione se dovesse essere una manifestazione contro gli omosessuali. “Sarò io a portare il pensiero che se in questa discussione c’è una patologia è l’omofobia, non l’omosessualità” dice in un’intervista al Corriere della Sera in cui spiega anche che la legge 194 sull’aborto “non va toccata. E’ una questione delicatissima che riguarda più le coscienze che non la legge ma per me resta dogma che la donna debba essere l’unica protagonista della sua vita”.
“Sulla carta – afferma Zaia – i temi sono la centralità della famiglia nella società, la promozione della natalità, il rispetto della donna. Sulle carte che ci hanno inviato, c’è scritto questo. E io di processi alle intenzioni non ne faccio e non ne accetto. Poi, non sono neanche l’avvocato difensore di nessuno: ciascuno è responsabile e risponde di quello che dice. Il tema – aggiunge Zaia – è certamente la libertà. Il Veneto, fino a quando ci sarò io, accetterà sempre le idee di tutti”.
Zaia crede che “dopo le polemiche, il congresso abbia il dovere di essere ancora più chiaro”. Soprattutto su alcuni temi: “Sull’omofobia, sul ruolo sociale della donna e anche sulla legge 194. In Italia c’è una legge e non va toccata. Quando non c’era, non è che chi voleva abortire non lo facesse. E non è a causa della legge, che chi non vuole debba abortire per forza”.
Il M5S intanto lavora ad una contro-manifestazione, che sabato vedrà riuniti a Roma 600 giovani con il vicepremier Luigi Di Maio e il ministro alle Pari Opportunità Vincenzo Spadafòra.