Juncker a Roma, preoccupato per lo stop dell’economia italiana
Allarme dell’Ocse sull’economia italiana che secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico è in stallo. Nel suo rapporto semestrale, l’ente con sede a Parigi stima una contrazione del Pil dello 0,2% nel 2019: il che significa recessione. L’Ocse non risparmia suggerimenti, fra cui quello di togliere di mezzo Quota 100 e Reddito di cittadinanza, ovvero le due norme-bandiera di Lega e 5 stelle, appena approvate nel cosiddetto decretone.
Ma il governo italiano è compatto nel rimandare al mittente l’analisi. Per il premier Giuseppe Conte, le previsioni Ocse “sottostimano” l’impatto della manovra. Da parte sua Luigi Di Maio accusa l’organismo di “intromissione”, mentre per Matteo Salvini quelli dell’Ocse “non hanno capito nulla”. Solo il ministro Tria entra nel merito delle contestazioni, ribadendo che l’esecutivo sta lavorano su misure che contrastino il rallentamento della crescita.
Su Quota 100, Tria spiega: “serve ad affrontare un problema di transizione” collegato alla riforma delle pensioni “di alcuni anni fa fatta per dare stabilità e sostenibilità al sistema pensionistico”. Il problema di transizione è che “si è determinata, specie nel breve termine, un’interruzione di quel turnover naturale della forza lavoro”.
Poi in mattinata l’incontro tra il premier Giuseppe Conte e Jean-Claude Juncker. Il presidente della Commissione europea ha ribadito che il progetto Tav è ancora aperto e ribadisce la stima della famiglia europea verso l’Italia. “Sono leggermente preoccupato per il fatto di vedere che l’economia italiana continua a regredire e auspico che le autorità italiane facciano sforzi supplementari per mantenere in vita la crescita italiana”, ha aggiunto Juncker.
Conte ha spiegato che “il governo aveva previsto il rallentamento del debito pubblico per questo ha elaborato una manovra che vuole perseguire una politica espansiva, ma responsabile, approvando misure di cui il paese necessitava da troppi anni per ristabilire equità sociale”. Poi ha aggiunto: “in settimana confidiamo di approvare il decreto crescita con misure in grado dare impulso a crescita e effettiva e potenziale”.
Conte e Juncker hanno parlato anche di Tav. Il presidente del Consiglio ha spiegato che in Italia è in corso “riflessione supplementare” e che alla fine ci sarà un confronto con la Francia e l’Unione europea. Juncker ha replicato che “la Torino-Lione non è un progetto ideologico, è un progetto tecnico. Abbiamo concordato che i ministri di Italia e Francia parlino tra loro e poi con la commissaria Ue per vedere quale soluzione si può trovare. Lascio alla cura di francesi e italiani trovare un accordo”.
Quindi il tema migranti: il presidente del Consiglio ha spiegato che “non è ammissibile continuare a operare senza considerare che chi sbarca in Italia, in Spagna o in Grecia sbarca in Europa. Se non cambia la condivisione della responsabilità, il coordinamento delle guardie costiere non serve. Anzi rischia di diventare un cosiddetto ‘fattore di attrazione’. Serve un meccanismo di redistribuzione, i miliardi vanno spesi per una politica seria”. “Non bisogna dire che l’Ue è stata assente quando si è trattato di dare solidarietà”, la replica di Juncker . “L’Italia ha ricevuto un miliardo” per i migranti. “La questione migratoria è importante e ribadisco che bisognerà attuare una solidarietà più articolata”, ha aggiunto ricordando che “l’Italia porta un grande fardello”.