Migranti, la ong Sea-Eye si appella al premier di Malta: “Ci aiuti”
Quinto giorno in mare per i 64 migranti a bordo della nave tedesca Alan Kurdi della Ong Sea Eye che oggi navigano a circa 30 miglia a sud di Malta.
Da quando l’ex cargo ha cominciato ad allontanarsi da Lampedusa – attorno alle 7 di venerdì scorso – il governo de La Valletta non ha ancora ufficialmente preso una decisione se permettere o meno l’attracco ed il comandante si mantiene a distanza, navigando a non più di 5 nodi.
La Ong ha dunque lanciato l’appello al premier Joseph Muscat che stamani, come ogni domenica, partecipa ad un evento pubblico locale: “Il tempo peggiora. Speriamo che le menti della politica si calmino presto per fare ciò che è umano, ossia salvare vite. Per favore signor Muscat, ci aiuti”, così recita il tweet dell’ong tedesca Sea-Eye.
“Le scorte di cibo e acqua si esauriranno a breve e la situazione medica potrebbe deteriorarsi rapidamente una volta che la tempesta prevista arriverà” recita l’appello.
“Esortiamo pertanto gli Stati membri europei ad agire in nome dell’umanità e nel rispetto dei diritti umani. Gli accordi ad hoc non sono un approccio sostenibile e non possono essere stipulati sulla pelle di 64 persone che sono appena scampate alla morte e all’annegamento.
Il salvataggio delle persone in difficoltà dovrebbe essere effettuato indipendentemente dalle agende politiche dei singoli Stati. Tuttavia – viene rilevato – sembra che la soluzione alla nostra situazione possa essere solo politica”.
“Siamo diventati dipendenti – prosegue Sea Eye – dai negoziati tra gli Stati membri dell’Unione europea e ciò rappresenta una inaccettabile distorsione e violazione del diritto applicabile alle operazioni SAR.
Questa posizione, dove si rischia di essere arrestati se si segue la legge e si fa ciò che è giusto, mentre si è costretti a prolungare la sofferenza delle persone facendo ciò che gli Stati richiedono, ci fa soffrire”.