“Farò un attentato”, identificato l’autore della scritta in parco Querini. E’ uno sbandato
Il cerchio si è chiuso intorno a un soggetto noto alle forze dell’ordine: i poliziotti della Digos sono convinti di avere individuato l’artefice della scritta minacciosa sul muro di cinta interno di Parco Querini: si tratterebbe di un balordo, vicentino e già noto alle cronache cittadine. “Dopo domani farò un attentato” recitavano le quattro parole, accompagnate da un simbolo artefatto senza alcun significato reale. Una minaccia che in via cautelare fece scattare l’allarme e mobilitarono Questura e Ministero dell’Interno, innescando il piano antiterrorismo in città. Era lo scorso 26 marzo.
La scritta, comparsa e sparita dalle vicinanze dell’ingresso di via Rumor in poche ore, era stata fatta con una bomboletta di colore spray nero. Con ogni probabilità nella notte precedente, tra il 25 e 26 marzo, durante l’orario di chiusura. I giorni successivi furono caratterizzati da un certo timore, con un ingente dispiegamento di forze di pubblica sicurezza a presidiare il centro storico di Vicenza e altri obiettivi sensibili. Tutto filò liscio, come da auspici, consentendo di accantonare in via risolutiva la – tenue – pista del presunto attentatore e concentrare le indagini su profili di mitomani e in generale soggetti socialmente pericolosi, noti agli inquirenti.
Lo “scherzo”, se così si può definire, costerà al reo quanto meno una denuncia per procurato allarme oltre che per atti vandalici e deturpamento o imbrattamento di cose altrui. Le generalità del sospettato, in attesa della chiusura delle indagini, per il momento non sono state rese note.