Presunto killer scarcerato: dalla Germania non arriva la richiesta di estradizione
Diventa sempre più un intrigo internazionale la vicenda di cronaca che riguarda un operaio di Schio, di origini moldave, arrestato nelle scorse settimane dai carabinieri su ordine di cattura europeo e consegnato alle guardie penitenziarie del carcere di S. Pio X a fine febbraio. L’uomo, un 58enne da anni residente in Veneto, è stato scarcerato su ordine della Corte d’Appello di Venezia. Serghei Nilov – questo il suo nome – torna a tutti gli effetti libero e potrà rientrare al lavoro. Intanto, per voce dei legali interpellati dal Giornale di Vicenza, l’uomo ora di nuovo libero professa la sua innocenza e la totale estraneità ai fatti correlati ad un’assassinio avvenuto in Germania nel 1998. “E’ innocente, c’è stato uno scambio di persona”, assicurano i difensori.
L’episodio sanguinoso risalirebbe dunque, a oltre vent’anni fa. In quei frangenti un uomo di 38 anni fu freddato con colpi d’arma da fuoco, sparati da un sicario su commissione almeno secondo le indagini dei detective tedeschi. Ad essere individuato come presunto – oggi il condizionale è più che mai d’obbligo – esecutore materiale fu proprio Nilov, ai tempi residente nei dintorni di Berlino. Un delitto rimasto in realtà senza colpevoli, solo con un mandato di cattura pendente nei confronti del cittadino moldavo di nascita e vicentino d’adozione. Da evidenziare, per dovere di chiarezza, come il sospettato non sia mia stato processato nello stato tedesco, nè pertanto abbia mai ricevuto alcuna condanna in relazione al delitto contestatogli.
Nel frattempo il principale sospettato, trasferitosi in Italia e precisamente a Schio, ha messo su famiglia e piantato radici nel Vicentino, dove attualmente vive con una compagna. Assunto in una ditta delle zona, lavora con mansioni di operaio e viene descritto come un lavoratore integerrimo, ben lontano dal profilo di killer descritto nell’ordine di cattura europeo. Dal suo arrivo in Italia, infine, non si hanno notizie di comparizioni in pagine di cronaca o indagini di giustizia.
La sua liberazione dalla casa circondariale Del Papa, dove era detenuto da circa 40 giorni, è stata resa possibile in virtù della mancata richiesta di estradizione da parte degli organi si giustizia teutonici. Un passo indietro o un intoppo burocratico? Impossibile dirlo. Fatto sta che da qui è scattata la decorrenza dei termini e la conseguente scarcerazione senza alcun provvedimento residuo a carico del moldavo, decisa dalla Corte d’Appello lagunare. Nilov, pertanto, è rientrato a pieno diritto nella propria abitazione, desideroso tanto di riprendere la sua vita quotidiana quanto di esigere chiarezza sulla vicenda che l’ha coinvolto, ribadendo a gran voce la sua innocenza.