La Leonessa torna a ruggire: Brescia in Serie A dopo 8 anni di purgatorio
Una fantastica cavalcata tra i cadetti quella del Brescia. Una cavalcata coronata proprio nel giorno della Festa del Lavoro col successo di misura contro l’Ascoli: 1-0 e le rondinelle tornano in serie A dopo 8 anni di assenza. I tifosi della “Leonessa d’Italia” celebrano il tecnico Eugenio Corini e il presidente Massimo Cellino, ex patron del Cagliari.
Al Rigamonti, spalti pieni da ore prima del fischio d’inizio per il sogno promozione da centrare con due giornate d’anticipo. E il sogno diventa realtà già nel primo tempo di un Brescia-Ascoli dall’avvio tirato e con occasioni da gol per entrambe le squadre.
E’ Dessena a far esplodere lo stadio lombardo dopo aver colpito un palo: il 31enne centrocampista si fa trovare pronto sul cross di Bisoli che lo mette davanti al portiere. L’ex Parma, Samp e Cagliari, con freddezza ferma il pallone e trova la porta con un diagonale di destro.
Il grande pathos finale. Nella ripresa, quando il Brescia è a 45 minuti dal ritorno in A, l’Ascoli sembra non voler regalare nulla, ma i padroni di casa non mollano difendendo il risultato; anche a costo di nervosismi come quello che costa il giallo a Bisoli, entrato in ritardo su Ganz. Torregrossa dal canto suo va su ogni pallone per mettere anche la sua firma in una giornata storica mentre i tifosi intonano cori per l’ottimo tecnico Eugenio Corini, uno dei principali artefici della promozione. Come detto, cori anche per patron Cellino. Quest’ultimo, dopo la falsa partenza col suo pupillo Suazo in panchina, ha capito che era giunto il momento di cambiare, di non insistere con la scommessa ecuadoregna. E così: via Suazo, squadra a Corini e missione compiuta.
La grande festa. Al triplice fischio finale, tutta la panchina corre in campo e insieme ai giocatori comincia a saltare sotto la Curva Nord dove spuntano numerose bandiere con delle “A” giganti. Poi via al giro di campo trionfale con mister Corini che festeggia con una sciarpa del Brescia stretta in mano. Nessuno sembra voler lasciare lo stadio, in Curva scatta una splendida sciarpata, mentre i calciatori si abbracciano e saltano: selfie e video in campo e fuori, con i giocatori che con i telefonini riprendono i tifosi scatenati sugli spalti. Il coro per la grande occasione è il seguente: “Forse chissà, succederà, canta con noi che torniamo in Serie A”. Lo cantano i giocatori e Corini nello spogliatoio saltando come forsennati.
Una festa decisamente meritata quella del Brescia, miglior squadra del campionato di Serie B 2018-19. Un potenziale confermato dai numeri: 66 punti in 34 gare, 18 vittorie, 67 reti segnate (miglior attacco del torneo), 39 gol subiti (seconda miglior difesa dopo il Palermo) e appena 4 sconfitte. Adesso, in attesa dei play-off e in attesa di capire cosa deciderà l’inadeguata “giustizia sportiva” dopo gli ennesimi guai societari del Palermo di Foschi e Zamparini (si parla di possibile penalizzazione), resta il Lecce la principale candidata a volare in A col Brescia. Quel Lecce che oggi, dopo il 2-2 di Palermo-Spezia, ha gettato alle ortiche il primo match-point promozione perdendo 2-1 in casa del Padova praticamente già retrocesso in C insieme al Carpi. E’ la legge del calcio e di questo campionato di B, un torneo molto equilibrato che a 2 turni dal termine può ancora regalare emozioni e sorprese prima di play-off e play-out.