Il paese delle origini e dell’apice della sua passione saluta il “Pres” Rino Dalle Rive
Una sfilata di addetti ai lavori del calcio veneto è attesa oggi pomeriggio a Marano, paese d’origine e simbolo della sua passione per il calcio, per l’ultimo saluto all’imprenditore e “pres” Rino Dalle Rive, scomparso giovedì scorso all’età di 73 anni. Il rito solenne si terrà nel cuore del paese che gli diedi i natali alle 15.30, nella chiesa di Santa Maria. Insieme agli affetti familiari, presenzieranno di sicuro alla cerimonia tanti calciatori, allenatori e dirigenti che negli anni hanno vestito le maglie di Marano e Alto Vicentino, i sodalizi che il patron visceralmente innamorato del pallone ha rilevato e condotto alle soglie del professionismo, fino ai titoli di coda due stagioni or sono. Al lutto si associano gli industriali vicentini, i dipendenti e i collaboratori delle aziende da lui dirette nel recente passato.
Conosciuto nell’Altovicentino come presidente di società calcistiche per un trentennio, tra Thiene e Marano in due diverse epoche, tentò di realizzare un polo unico di riferimento per il calcio nel nord della provincia, eleggendo a Valdagno il quartier generale negli anni della serie D. Il sogno di Dalle Rive di raggiungere il calcio professionistico sfumò in tre occasioni, dopo la promozione dall’Eccellenza alla serie D, raggiungendo altrettanti secondi posti alle spalle di Pordenone, Parma e Padova, tre big dei tempi, per poi perdere mordente ai playoff nonostante gli investimenti ingenti. Una delusione che il “pres” si è portato dentro, sino all’anno della chiusura dei battenti del suo Altovicentino e degli affari border line che hanno portato al tracollo finanziario il suo impero e finiti in aule di giustizia.
L’irrefrenabile passione di Dalle Rive vide anche migliaia di vicentini “tifare” per lui quando tentò di acquistare il Vicenza Calcio dalla proprietà Cassingena, un tentativo prolungato che non sortì mai un lieto fine. Un personaggio, Rino, fuori dalle righe e caratterizzato dallo spirito ruspante di chi, come amava raccontare, era partito dal garage di casa a Marano fino a costruirsi intorno, tra luci e ombre, una posizione di rilievo e dare lavori a decine di persone negli anni d’oro della carriera di imprenditore.
Da anni lottava contro diverse patologie che ne avevano minato la salute, fino al sopraggiungere di una malattia incurabile debilitante che lo ha portato alla morte, nella mattinata del 2 maggio, nella sua residenza trevigiana di Castelcucco. Oggi il rientro per l’ultimo viaggio a Marano, un tragitto percorso migliaia di volte negli ultimi dieci anni per assistere agli allenamenti anche dei più piccoli delle giovanili come amava fare.
Qualcuno di loro, che lo ha conosciuto come il presidente che dispensava sorrisi e incitamenti a bordocampo come un nonno tifoso e affettuoso, sarà presente oggi per riservargli un pensiero e una preghiera. Al pari di calciatori suoi prediletti verso i quali era particolarmente prodigo, un vezzo che lo ha reso celebre nell’ambiente del calcio dilettantistico e semiprofessionistico.