Il canto del cigno è doppiamente triste: la femmina muore di “crepacuore”
I cigni sono considerati come simbolo della fedeltà, dell’amore eterno. A torto o a ragione, impossibile ad oggi – e scienza alla mano – dirlo. Il triste epilogo della storia d’amore tra i cigni reali del parco di Recoaro, però, lascia in dote uno struggente indizio dopo la morte dell’esemplare femmina, avvenuta nel pomeriggio di ieri a soli due giorni di distanza dal ritrovamento del candido compagno. Ucciso. Se in seguito ad un evento accidentale o per effetto della stupidità umana, non si possono che abbozzare ipotesi. Nel caso della “regina” del laghetto, al contrario, nessun dubbio sulle cause naturali del decesso. In termini gergali, sarebbe morta di crepacuore. A confermare la seconda e dolorosa notizia in pochi giorni il sindaco della cittadina termale, Davide Branco, che insieme ai collaboratori ha constatato di persona quanto accaduto, raccogliendo il corpo senza vita dell’uccello acquatico all’imbrunire della prima domenica di maggio.
“Ieri mi hanno chiamato alcuni cittadini per avvertirmi – spiega Branco, profondo amante degli animali per indole personale -, e subito mi sono recato al parco insieme al nostro faunista Dorino Stocchero e ai carabinieri forestali. Posso confermare che il corpo non presentava alcun segno di violenza questa volta”. Questa volta, appunto. Le spoglie sono state consegnate all’istituto zooprofilattico di riferimento per le analisi del caso, come due giorni fa, ma solo per prassi. Il cigno femmina si sarebbe lasciato morire come in una favola in nome dell’attaccamento al grande e unico amore.
Una fiaba, purtroppo, senza lieto fine. Alla faccia di chi parlava di leggende, seppur non metropolitane, riguardo alla simbologia ricorrente interno a questi animali. “Già dopo l’assenza del compagno mi è stato riferito che presentava un comportamento anomalo, era smarrita e non mangiava più”.
Riguardo al primo caso, ad oggi non ci sono ancora novità in seguito agli accertamenti clinici, ma anche in quell’occasione il primo cittadino recoarese ha avuto modo di raccogliere le opinioni di chi ha visionato con occhio esperto il cigno reale, oltre che che averlo osservato con attenzione in prima persona, per poi consegnare l’animale senza vita alle autorità preposte. “I segni di traumi sul collo erano evidenti – continua Branco – ma le cause vanno appurate con precisione da chi di dovere”.
Oltre a garantire l’impegno per l’installazione di videocamere di sorveglianza nell’area verde, il sindaco spiega i prossimi passi da compiere. “Appena possibile porteremo su al laghetto superiore l’altra coppia di cigni: si tratta dei loro figli, cresciuti nel parco nell’altro bacino d’acqua. Hanno entrambi meno di tre anni, mentre i genitori circa 8-9 anni. Poi studieremo eventuali altri aspetti”.