Abruzzo: Strada dei Parchi vuole chiudere il traforo del Gran Sasso ed è polemica
Scoppia la polemica in Abruzzo, dopo la conferma da parte di Strada dei Parchi che ha confermato la volontà di chiudere il traforo del Gran Sasso, in entrambe le direzioni, dalla mezzanotte del 19 maggio.
Chiusura che secondo molti taglierebbe in due la regione “il traforo è un’arteria di comunicazione fondamentale e non può essere chiusa”, ha ribadito anche il sottosegretario ai Beni culturali, Gianluca Vacca. Alla base della decisione una vicenda giudiziaria per un presunto inquinamento ambientale.
L’accusa è di “presunte interferenze tra i laboratori, le gallerie autostradali e il sistema di condutture delle acque con criticità mai sanate e con un rischio permanente per la salubrità delle acque” delle falde acquifere del massiccio abruzzese, il più alto dell’Appennino.
Sotto la lente d’ingrandimento sono finiti Strada dei Parchi e il Governo nazionale: pressante la richiesta di incontri urgenti con tutti gli attori coinvolti e la nomina di un commissario, che il governo ha previsto in un provvedimento e che, oltre alla progettazione e ai lavori di messa in sicurezza per un importo stimato di circa 172 milioni di euro, si interessi anche di gestione dell’infrastruttura.
“Sono in contatto – spiega il sottosegretario Vacca – con il Mit e con gli organismi competenti per scongiurare questa scelta. Qualora ci fosse una cieca ostinazione del gestore verso la chiusura, chiederò con forza al Mit di valutare se ci sono i requisiti per la revoca immediata della concessione, e so che il ministero valuterebbe con molta attenzione questa ipotesi. Ora basta”.
Come hanno sottolineato fonti della società, gli amministratori di Sdp, vogliono presentarsi alla prima udienza del processo, senza rischiare l’accusa di reiterazione del reato di inquinamento ambientale per il quale sono imputate dieci persone, tra dirigenti della stessa concessionaria, di Ruzzo Reti Spa, società pubblica del ciclo idrico integrato nel teramano, e dell’Istituto nazionale di fisica nucleare del Gran Sasso. Al processo si è giunti dopo la citazione a giudizio da parte della Procura, tecnicismo giuridico che ha fatto saltare l’udienza preliminare.
Le stesse fonti societarie rispondono al sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, il quale, con una nota, ha definito la chiusura del traforo “un atto irresponsabile”. Secondo Strada dei Parchi, in base a quanto emerge dal piano presentato in riunione, non esiste alcun rischio per i Laboratori nazionali del Gran Sasso dell’Infn perché viene garantito l’accesso ai Laboratori a determinate condizioni, tra cui l’impiego di auto elettriche.
La chiusura però non sarebbe breve: la prima udienza del maxi processo sul rischio di inquinamento delle falde acquifere del Gran Sasso è in programma per il prossimo 13 settembre.