Confronto fra candidati sindaco: le pagelle della serata, fra claque e partecipazione
E’ andato in scena lunedì sera al Cinema Pasubio di Schio il tradizionale confronto pubblico fra i candidati sindaco alle prossime elezioni amministrative del 26 maggio, organizzato dalle categorie economiche. Un appuntamento particolarmente sentito, quest’anno, tanto da gremire la sala in tutti i suoi 470 posti e lasciare all’esterno almeno un centinaio di persone. Un’affluenza inaspettata per gli organizzatori (Confcommercio, Confindustria, Confartigianato, Cna e Coldiretti), alla quale è stato possibile ovviare grazie alla diretta Facebook proposta dalla nostra testata.
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Pubblicato da L'Eco Vicentino su Lunedì 20 maggio 2019
A coordinare e moderare la serata, un pimpante e ironico Luca Ancetti, direttore de Il Giornale di Vicenza. Ogni candidato aveva il proprio seguito di supporter e corrispondente claque (son infatti ben 268 complessivamente i candidati alla carica di consigliere nelle 14 liste che si son presentate).
Sul palco, in rigoroso ordine alfabetico, Leonardo Dalla Vecchia (appoggiato da Partito Democratico, Coalizione Civica, Schio Città d’Europa, Lista dei Quartieri, Schio Polis), Valter Orsi (Noi Cittadini, Veneti per Schio, Fare a Schio, Schiodando), Ilenia Tisato (Lega, Siamo Veneto, Ilenia Tisato Sindaco, Italia Etica) e Marco Vantin (Movimento 5 Stelle).
Dopo un giro iniziale di presentazioni, il via alle domande da parte delle categorie economiche: i problemi del commercio scledense con i nodi dell’ex Lanerossi in zona industriale, il proliferare delle strutture di medie dimensioni ed il destino della Fabbrica Alta; le proposte per tutelare il mondo agricolo, il verde e la risorsa acqua; gli impegni per fare rete con i comuni limitrofi, in particolare per quel che riguarda il tema della formazione; le priorità per invertire la fuga dei cittadini dal centro storico; i problemi demografici legati all’invecchiamento della popolazione.
Si è passati poi alle risposte ad alcune domande stilate dal pubblico e estratte a sorte dagli organizzatori: sulle proposte culturali per i giovani, sulla spinosa questione del ruolo dei consigli di quartiere, sul termovalorizzatore di Ca’ Capretta e sulla sanità. E sono state soprattutto queste ultime due a far scoccare qualche scintilla, non solo fra i candidati (in una serata che è stata comunque all’insegna del massima fair play) ma anche col pubblico. Ecco le “pagelle” ai candidati.
Leonardo Dalla Vecchia. Parte piano come un diesel ma acquista sicurezza man mano che si entra nel vivo degli argomenti. Tanto posato da apparire quasi poco incisivo, dimostra però di avere una visione strategica della Schio del futuro, rifacendosi alla modalità di progettazione delle amministrazioni Berlato Sella e Dalla Via. Una visione che emerge sia quando ricorda l’esigenza di piccoli bacini montani ad uso idrico per le aziende agricole, sia con la proposta di portare un politecnico superiore al Faber Box per fronteggiare la difficoltà delle aziende di trovare tecnici. Rivendica la proprietà comunale della Fabbrica Alta, propone di aprire un dialogo col liquidatore della società e la riapertura dei cancelli per far vivere lo spazio agli scledensi. Critica (però senza affondare) gli “avanti e indietro” dell’amministrazione Orsi sulla questione ex Lanerossi. Punzecchia il sindaco anche sulla Destra Leogra (“non deve essere solo cemento sul fiume e non è il pezzo di strada i cui lavori stanno per partire”). Idee chiare anche per quel che riguarda la stazione dei treni: deve diventare un polo intermodale, flessibile e con mezzi a chiamata. Provenendo dalle Piane, ha a cuore il contrasto dell’abbandono delle zone collinari (“le scuole vanno mantenute a Poleo e S.Ulderico, perché sono dei presídi”. Suggerisce progetti di co-housing per i giovani e per i consigli di quartiere indica due vie: il bilancio partecipato o la loro trasformazione in associazioni. Definisce il termovalorizzatore “una risorsa per il territorio”, ritiene dovrebbe diventare anche un luogo di trasformazione dei rifiuti e bacchetta la Regione sul fatto che portare rifiuti in discarica costa meno che avviarli all’incenerimento. Sul tema di scottante attualità dell’ospedale, rilancia l’idea di sciogliere l’Ulss Pedemontana e aderire a quella Berica. “Il livellamento ha funzionato al ribasso” sottolinea, ricordano ad Orsi che Schio è assente dai principali tavoli. Bacchetta anche la Lega: “Le tessere politiche definiscono le scelte sulla sanità”. Nell’appello finale invita gli elettori a scegliere “fra chi guarda al passato e chi vuole riprogettare il futuro”.
Valter Orsi. Rivendica le non appartenenze politiche come opportunità di confronto con tutti, “mettendo Schio prima delle tessere di partito”. Ribatte ad Ilenia Tisato sulla pubblicità e trasparenza dei bilanci. In risposta a Dalla Vecchia, sulla ex Lanerossi sottolinea la scelta di bloccare il progetto del centro commerciale, pronto a partire, rischiando di persona come sindaco e assessori con il ritiro della delibera in autotutela e definisce quel progetto “merce di scambio”, alludendo alle amministrazioni che lo hanno preceduto. Sottolinea il sostegno alle reti di aziende agricole che hanno consentito la nascita di Agritour, ricorda che è già decisa la creazione di un invaso a Giavenale e per la tutela ambientale spiega quanto realizzato col Paes e le Varianti Verdi. Spiega l’impegno della sua amministrazione in questi ultimi anni per far nascere un polo di istruzione post diploma insieme a Valdagno e Thiene. Ricorda l’arrivo al Centro della Salute (ex De Lellis) dei corsi universitari per infermieri e fisioterapisti. Rivendica la ristrutturazione del Giardino Jaquard e ribatte piccato a Dalla Vecchia sulla strada Destra Leogra ricordano i 3,2 milioni di euro trovati per l’opera. Evidenzia il ruolo del distretto del commercio, con i soci di Cuore di Schio passati da 12 a 101: quando sbotta “Sono stufo di sentir denigrare la nostra città” raccoglie un applauso fragoroso. E’ l’unico, sul problema demografico, a sottolineare che “più figli non si fanno con il bonus bebè ma creando una cultura della famiglia”. Ricorda i bandi per finanziare le idee dei giovani e un aumento del 30% delle manifestazioni l’anno scorso. Nonostante i problemi, ritiene i consigli di quartiere un “embrione di cittadinanza”. Sul termovalorizzatore conferma la validità del sistema di raccolta differenziata porta a porta avviato dalla sua amministrazione, “studiato in Provincia”, mentre sulla sanità torna a chiedere le dimissioni dell’assessore regionale Lanzarin e del commissario dell’Ulss 7 Simoni: “C’è stata una grande intromissione della politica” denuncia, chiedendosi come mai in dieci anni le Regioni, compresa quella veneta, non abbiano fatto nulla per proporre a Roma azioni di contrasto alla mancanza di specializzandi nelle Università: “Quota 100 nei prossimi tre anni farà andare le cose ancora peggio”. Nell’appello finale ricorda che la sua amministrazione ha risanamento il bilancio e ascoltato i cittadini.
Ilenia Tisato. Non è abituata ad interloquire di fronte ad un vasto pubblico e questo la fa apparire poco a approfondita su alcuni temi. Un paio di volte non riesce a gestire il tempo a sua disposizione per rispondere a tutte le domande del “giro”, ma si coglie il tentativo di portare un tocco di sensibilità su temi anche tecnici. Ribadisce più volte di volere una città dove vi sia più “solidarietà, rispetto e gioia”. Insinua che il bilancio comunale non sia pubblico e viene per questo ripresa da Orsi. Sulle proposte concrete, ritiene si debba riportare in centro un supermarket, magari lavorando con incentivi, per favorire in particolare le persone più anziane. Considera il degrado in piazza Da Schio dovuto dagli affitti calmierati che hanno favorito l’installarsi di persone con poche possibilità economiche “che portano degrado”. Come gli altri candidati, è d’accordo sulla necessità di ridurre l’edificato e lavorare sulla rigenerazione urbana. Afferma la necessità di affidare ad un urbanista (di cui non fa il nome ma afferma che si tratta di una donna) l’idea di ripensare gli spazi urbani a seconda delle nuove esigenze della popolazione. Propone spazi di incontro per gli anziani e sulla formazione risponde semplicemente rilevando la necessità di lavorare sulla formazione ai lavori manuali, usando le aziende come “accompagnatori” dei giovani. Definisce Schio “una città senza anima, che è stata amministrata avendo occhio solo agli aspetti tecnici”. Critica il progetto “Cuore di Schio” in quanto non adeguatamente conosciuto dai commercianti stessi. Fa rumoreggiare la sala quando per la seconda volta sostiene di non poter essere più precisa perché non sa come sono distribuite le risorse nel bilancio comunale. Si riprende e risulta più precisa quando parla dei consigli di quartiere, nei quali ha esperienza, proponendo di far partecipare i presidenti al consiglio comunale, con diritto di parola. Si espone contro il porta a porta in tema di rifiuti, proponendo il ritorno ai cassonetti per rendere più decoroso il centro, ipotesi che scatena le proteste in sala, che proseguono quando invita a considerare il porta a porta “usurante” per i lavoratori di Ava. Sull’Ulss ripete che la salute non è negoziabile, ma critica Orsi per l’atteggiamento polemico verso la Regione, lasciandosi scappare un “probabilmente tu non sei mai andato a parlare a Venezia. Basta denigrare l’ospedale, i Bassanesi non fanno come noi, il loro ospedale lo tutelano”. Utilizza l’appello finale per parlare di sicurezza, impegnandosi a portare più carabinieri in giro per le strade di Schio.
Marco Vantin. Cinque anni di vita amministrativa gli hanno permesso di approfondire ed essere preparato su molti argomenti ed è un po’ la sorpresa della serata. L’essere un negoziante del centro da vent’anni, poi, gli consente nel corso della serata di essere incisivo anche sui temi della rivitalizzazione del centro storico. In un paio di occasioni – ad esempio sulla pubblicizzazione del bilancio e l’idea di riportare un market in centro storico – riprende e mette all’angolo la candidata della Lega, ricordando che se il bilancio non fosse pubblico il Comune sarebbe commissariato e che le attività commerciali sono private e non pubbliche. Ricorda che ci sono seimila abitazioni sfitte, ma in merito al contenimento del consumo di suolo per edificare, sottolinea anche i diritti pregressi dei cittadini proprietari di terreni edificabili, su cui sono state pagate per anni le imposte. Raccoglie l’applauso del pubblico quando ricorda che i primi che devono attivarsi per rivitalizzare il centro di Schio sono gli scledensi stessi, perché “una città più vissuta è una città più sicura”. Sulla crisi di natalità sottolinea come per fare più figli serva una maggiore sicurezza economica per le famiglie. Propone una consulta dei giovani e sui consigli di quartiere chiama i cittadini ad una maggiore partecipazione. Quanto al termovalorizzatore, la sua proposta è di dismettere la linea 2 quando questa necessiterà di nuovi interventi straordinari. Difende il sistema di raccolta dei rifiuti porta a porta “che non si realizza in un giorno”. Quanto alla sanità, ricorda che la riforma delle Ulss del 2015, voluta da Zaia, doveva essere solo una riorganizzazione dirigenziale e non toccare gli ospedali. Afferma di non essere d’accordo con il centro sinistra sulla proposta portare l’Alto Vicentino dentro all’Ulss Berica. “La Regione lavora per l’autonomia ma a me non piace un’autonomia che sulla sanità ha tolto competenze ai sindaci. E’ consapevole di non avere chance per diventare maggioranza in consiglio comunale, ma sottolinea l’importanza di lavorare per Schio anche stando all’opposizione.