In carcere undici anni dopo l'”amico di famiglia” che abusò di una bimba
Undici anni era l’età della bambina che diventò oggetto delle attenzioni morbose dell’amico di famiglia. E sempre a undici anni corrisponde il periodo di impunità in cui E.O. – sono state fornite solo le iniziali dell’uomo – ha trascorso una vita libera e “normale”, in attesa dei due (in questo caso) gradi di giudizio, lavorando come operaio in una ditta vicentina. Fino a quando, nei giorni scorsi, è stato raggiunto dai carabinieri di Thiene che lo hanno prelevato in casa nella stessa città e accompagnato presso il carcere di zona S. Pio X a Vicenza, dove dovrà scontare una condanna – definitiva – a 4 anni e mezzo di reclusione. Secondo i giudici, infatti, l’oggi 47enne ghanese è a tutti gli effetti colpevole dei reati di violenza sessuale aggravata e atti sessuali con minorenni.
I fatti risalgono al 2008, ben undici anni fa. Nel periodo estivo, compreso tra i mesi di giugno e settembre di quell’anno, il ghanese aveva conquistato la piena fiducia di alcuni amici ai tempi residenti a Zugliano, anch’essi di origine africana. Tanto da farsi affidare la figlioletta che all’epoca delle prime accuse mosse a suo carico aveva appena undici anni. Una bambina. Se ne era invaghito e le sue attenzioni di uomo adulto si sarebbero spostate via via da un piano affettivo a quello sessuale, nonostante i 36 anni di età contro appena 11. Una serie di abusi umanamente intollerabili e del tutto illeciti per la legge italiana.
La brutta storia di molestie, sfociate secondo il Tribunale di Vicenza in concrete violenze sessuali, si svolse nell’hinterland di Thiene, in più occasioni. A fine estate scattò la denuncia, formalizzata da parte del servizio tutela dei Minori dell’allora Ulss 4 dopo una segnalazione più che attendibile, raccolta dai carabinieri e inoltrata in Procura. Da lì le approfondite indagine, gli incontri con psicologi, le audizioni protette, una prima condanna nel 2013 fino alla sentenza d’appello della corte di Venezia del 26 giugno 2018.
Poco meno di un anno dopo giunge l’attesa e incontrovertibile ordinanza di carcerazione, resa esecutiva solo dopo l’ok del Tribunale nei giorni scorsi.
Per tutti questi anni, il colpevole – ora non serve più il condizionale – aveva proseguito nelle sue consuete attività, spostando la sua residenza da Marano Vicentino a Thiene e lavorando regolarmente. Aveva sempre negato gli addebiti che la giustizia italiana, seppur con considerevole ritardo, gli ha infine presentato.