Nicolò non ce l’ha fatta. E’ morto il 15enne di Mure. Ieri sera la veglia di preghiera
L’ultimo capitolo del dramma si è consumato nel reparto di rianimazione del S. Bortolo. Da Vicenza è giunta nella serata di ieri a Mure la notizia della morte dell’adolescente investito martedì scorso mentre rientrava a casa. Proprio mentre si celebrava in chiesa una veglia di preghiera per lui, piena di speranze purtroppo disattese. Il 15enne, il cui nome è Nicolò Celi, era in sella al suo scooter Aprilia, al ritorno dopo la mattinata a scuola all’istituto Scotton di Bassano del Grappa. Un attimo fatale, forse una distrazione, prima dell’impatto violento con un’auto – una Subaru Impreza – sulla strada provinciale che taglia il paese oggi di Colceresa, a Molvena.
Le sue condizioni di salute erano state subito definite critiche, dopo il ricovero d’urgenza all’ospedale di Vicenza attraverso l’elisoccorso del Suem 1118. Il giovanissimo conosceva bene il tratto di strada di via Roma, ma qualcosa è andato storto causando l’urto auto-moto che, purtroppo, è risultato mortale. Per accertare l’origine dell’incidente si dovranno attendere i rilievi dei carabinieri di Marostica, a disposizione dei magistrati. I genitori avrebbero autorizzato l’espianto degli organi, un lodevole un gesto di generosità e umanità. Oggi, però, è il tempo del lutto e dei messaggi di cordoglio ai familiari di Nicolò, descritto come una ragazzo d’oro andato incontro a un tragico quanto crudele destino.
Studente e appassionato di ciclismo, che praticava a livello agonistico – era in forza al Velo Club di Nove – con il sogno nel cassetto di emulare un giorno le imprese dei campioni dei pedali, ha visto frantumarsi i sogni di ragazzo e di vita proprio sulla strada. Lasciando in un dolore straziante la famiglia, composta dai genitori Roberto e Barbara e dal fratello maggiore Filippo, e un profondo senso di tristezza diffuso in tutta la comunità di Mure.
Una veglia di preghiera, partecipatissima si è svolta ieri sera alle 20.30, con presenti anche compagni di scuola e amici del ciclismo, oltre a persone di tutte le età e non solo della parrocchia di Mure. “Un grazie enorme – afferma don Federico Fabris – per il momento di ieri sera, per la partecipazione, il silenzio, la compostezza e la preghiera vera. Nicolò continuerà a vivere, alcune persone vivranno grazie a lui. I familiari chiedono vicinanza e sostegno con la preghiera, ora serve una famiglia più grande che stia loro accanto. Una riflessione generale profonda va fatta in occasioni simili: c’è bisogno di creare comunità e abbattere muri e barriere inutili per sostenersi reciprocamente”.