Le Colline del Prosecco da oggi Patrimonio dell’Umanità, ma rimane il nodo-pesticidi
Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono patrimonio dell’Umanità. La 43° sessione del Comitato per il Patrimonio mondiale Unesco, riunita a Baku, capitale dell’Azerbaijan, ha iscritto le Colline trevigiane nella lista dei paesaggi culturali da tutelare come patrimonio dell’umanità. I 97 chilometri quadrati di declivi vitati e di borghi della Sinistra Piave tra Conegliano e Valdobbiadene diventano così l’ottavo sito veneto e il 55° sito italiano sotto l’egida dell’Organizzazione mondiale delle Nazioni Unite per la cultura che tutela 1092 (ora 1093) luoghi ‘unici’ in 167 Paesi. L’Italia rafforza ulteriormente il proprio primato di Paese con il maggior numero di siti iscritti nel registro dei patrimoni dell’umanità.
“Ci avevamo creduto sin dall’inizio, dieci anni fa, quando demmo avvio al percorso per candidare questa porzione così unica e particolare del territorio veneto a patrimonio dell’umanità e ora, grazie anche agli approfondimenti richiesti da Icomos, siamo riusciti a portare la palla in meta”, dichiara il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, presente a Baku insieme ai tre consulenti scientifici del dossier della candidatura, Mauro Agnoletti (docente di pianificazione del paesaggio rurale all’università di Firenze e coordinatore scientifico del catalogo nazionale dei paesaggi rurali), Amerigo Restucci (ex rettore dello Iuav di Venezia) e Leopoldo Saccon (architetto di Conegliano) e al presidente dell’Associazione temporanea di scopo per la candidatura, Innocente Nardi. “Il riconoscimento del massimo organismo mondiale per la tutela dei beni culturali – prosegue il presidente – consacra il lavoro di un intero territorio, il laborioso gioco di squadra, creato tra istituzioni, esperti, produttori e abitanti, per identificare e far apprezzare al mondo intero identità, valori e caratteristiche di un paesaggio plasmato dall’attività agricola e che si è conservato integro e autentico attraverso i secoli. Aver realizzato questo sogno, e averlo fatto insieme, esalta la gioia della vittoria”.
“L’iscrizione delle colline del Prosecco nell’esclusivo registro dell’ Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura – ribadisce Zaia –significa promuovere a livello internazionale un microcosmo fatto di natura e di cultura, di attività rurali e di insediamenti storici che hanno plasmato in modo originale e inconfondibile i rilievi della Sinistra Piave. Il blasone Unesco consacra la particolare conformazione geomorfologica delle nostre colline e il ricamo di coltivazioni vitate, di ciglioni erbosi e terrazzamenti creato nei secoli dal lavoro di agricoltori eroici. D’ora in poi istituzioni, imprenditori e abitanti saranno ancor più impegnati nel conservare l’integrità di questo habitat, salvaguardandone la biodiversità e sviluppando le potenzialità attrattive”.
“E’ finalmente giunto il meritato riconoscimento a Patrimonio dell’Umanità alle nostre colline di Conegliano e Valdobbiadene, un paesaggio di immensa bellezza che generazioni di viticoltori nei secoli hanno saputo proteggere e conservare. Frutto del lavoro dell’uomo in armonia con la natura le colline rappresentano un patrimonio culturale mondiale di valore universale”, dichiara Innocente Nardi, presidente Associazione Temporanea di Scopo “Colline di Conegliano Valdobbiadene Patrimonio dell’Umanità”. “Grazie alla sapiente regia del Governatore del Veneto Luca Zaia, alla perseveranza e all’impegno profuso nell’iter di candidatura dalle parti coinvolte, pubbliche e private, abbiamo raggiunto questo eccezionale risultato di cui siamo orgogliosi. Abbiamo dimostrato che lavorare in totale sinergia tra amministrazione locali e centrali, enti pubblici e organizzazioni imprenditoriali è vincente, se la posta in gioco è la nostra terra. Il percorso di dieci anni che ci ha portato qui ha permesso a tutti noi, che abitiamo le colline, di prendere coscienza dell’assoluto valore e dell’unicità delle colline di Conegliano Valdobbiadene”.
IL VOTO
A Baku il comitato per il Patrimonio mondiale Unesco, ha approvato a pieni voti l’iscrizione delle Colline delle Marca nel registro mondiale, facendo proprie le valutazioni consegnate dagli esperti di Icomos (Consiglio internazionale dei monumenti e dei siti) accompagnate da 14 raccomandazioni per il mantenimento dell’egida Unesco al sito: raccomandazioni che spaziano dalla mappa dettagliata dei manufatti di architettura rurale ad una migliore distinzione tra la ‘core zone’ e la cosiddetta ‘buffer zone’ (‘zona cuscinetto’), per mitigare l’impatto ambientale degli insediamenti produttivi; dall’approfondimento del modello socio-economico in vigore alla pianificazione della sostenibilità a lungo termine del paesaggio culturale; dell’elaborazione di un piano strategico per lo sviluppo sostenibile e coerente del turismo e del ricorso alle energie rinnovabili ad un maggiore coinvolgimento delle comunità locali nella gestione del sito.
Gli altri sette siti Unesco in Veneto sono Venezia e la sua laguna, Vicenza e le ville Palladiane, l’Orto Botanico di Padova, la città di Verona, le Dolomiti, i siti palafitticoli preistorici attorno alle Alpi, le opere di difesa veneziane tra XVI e XVII secolo
I PRO E I CONTRO: I PESTICIDI
Alla sede Unesco di Venezia lo scorso 28 giugno la consigliera del gruppo Italia in Comune in consiglio regionale, Patriza Bertelle, insieme a Pan (Pesticide Action Network) Italia avevano consegnato una integrazione documentale “per consentire agli esperti Unesco una valutazione più corretta”: la documentazione segnalava le criticità connesse alla coltivazione dei vitigni utilizzati per realizzare il Prosecco, in particolare l’impatto pesante dei pesticidi irrorati sulle vigne per chi vive in tali colline. I comitati contrari all’uso intensivo di pesticidi per questo hanno definito la richiesta della promozione a patrimonio Unesco una “operazione di marketing della monocultura”.