La mobilità elettrica secondo Luca Secco, ingegnere e precursore della green economy
I cambiamenti climatici, l’innovazione, le tecnologie ecosostenibili. Temi d’attualità spesso intricati che rasentano il detto “welcome to the jungle” se non si è guidati da esperti qualificati e, concediamoci il lusso, dotati di onestà intellettuale. Tra questi si annovera a buon diritto Lucca Secco, mente brillante oltre che vicentino doc: con la startup DriWe srl l’ingegnere e imprenditore – cresciuto a Bassano e che ha messo radici a Schio – aiuta a tracciare una mappa utile ai naviganti più o meno consapevoli del settore. Con la mobilità elettrica e le colonnine di ricarica “green” come solidi biglietti da visita, e il bilanciamento dei valori di etica e progresso tecnologico come caposaldo.
L’azienda è conosciuta nel Vicentino anche per l’idea del gioco “DriWe: The Game”, ambientato proprio a Schio, dove l’avversario virtuale da abbattere è rappresentato dallo smog cittadino in una sorta di caccia al tesoro; su scala nazionale per l’auto ecoelettrica a emissioni zero donata a Papa Francesco in partnership (nel 2017) in occasione del suo 80° compleanno. Una Nissan Leaf a basso impatto ambientale utilizzata per gli spostamenti del Santo Padre all’interno del Vaticano. Due pillole dell’attività di Luca Secco e del suo team, fondatore e Ceo di DriWe, al quale abbiamo rivolto una serie di domande.
Partiamo intanto il tuo background personale: formazione? Perché ti sei cimentato in questo settore innovativo?
“Ho un background variegato, dalla passione per i Lego, passando per le attività del Wwf a cui si aggiunge una laurea in ingegneria meccanica e l’interesse personale in impianti energetici (dal nucleare al solare). Ho grande amore per l’innovazione e la ricerca, forse anche data dal babbo astrofisico, con due fratelli ingegneri: uno insegna robotica in Regno Unito e l’altro giramondo tra Milano e Svizzera. Ho anche una sorella più artistica, che invece rigetta il nostro mondo. De sempre ricerca di senso, etica, rispetto, ancor prima della ‘Laudato Sii’ – n.b. il progetto dell’autovettura regalata al pontefice – , mi hanno sempre spinto più o meno consciamente a guardare l’universo e il popolo subendo stupore e ricercando armonia, ma ci vuole parecchio coraggio: da qui il motto Break the Bricks! che mi dico quando timidamente cerco di superare le paure”.
Di cosa vi occupate?
“Offriamo delle soluzioni complete dedicate ad aziende e privati per l’auto produzione e gestione dell’energia elettrica (video), a partire dai sistemi fotovoltaici, fino alle colonnine di ricarica per veicoli e al retrofit in 100% electric. Abbiamo tra l’altro da pochissimo superato un’altra frontiera sperimentale, l’auto che alimenta la casa”.
Si parla molto di cambiamenti climatici, di necessità di cambiare velocemente le nostre abitudini di consumo. A che punto è l’Italia in quanto ad auto elettriche rispetto agli altri paesi? E il Vicentino/Veneto?
“L’Italia è ‘passionale’ e come tale si aspetta sempre il cambiamento del vicino di casa prima di agire davvero, quindi siamo ancora in una fase embrionale delle modifiche alle proprie abitudini. Peraltro la ‘green wave‘ mondiale è ormai inarrestabile, per convenienza o per vero rispetto del globo e lungimiranza difficile da capire, ma comunque in atto. Cina, Nord Europa e Usa stanno trainando il green change, con ormai milioni di veicoli elettrici in circolazione (inclusi bus elettrici, barche, furgoni, perfino navi) la mobilità del futuro-presente. In Italia i numeri sono ancora piccoli ma con crescita a doppia cifra anche grazie a recentissimi incentivi regionali e nazionali, e limitazioni al traffico che a volte sono ancor più efficaci. Il Nord Italia è più veloce nel recepire queste “novità” e il Veneto si difende abbastanza bene con investimenti sia di infrastrutture di ricarica che in veicoli che stanno coinvolgendo sia enti pubblici che privati. Stiamo installando stazioni per una grande azienda che ha acquistato 700 auto elettriche e centinaia di “stazioni di rifornimento” in Italia. Nella sola Schio, se vogliamo guardare a due passi, due anni fa non c’erano praticamente punti di ricarica, ora quasi una dozzina tra ristoranti, centri commerciali, piazze, aziende. E te ne accorgi dal fatto che circolano sempre più veicoli ecologici (da Tesla in giù) con un tasso di investimento molto significativo pro capite e clientela variegata. Ormai trovi una colonnina almeno ogni 10-20 km di raggio attorno”.
Cosa rispondi alle obiezioni più comuni (le auto elettriche non hanno autonomia, non so dove ricaricarla, l’energia elettrica deriva dal petrolio quindi tanto vale….)?
“Rispondo che noi guidiamo da anni auto elettriche e quindi sappiamo bene pregi e difetti, e che per il 75% delle persone e dei tragitti tradizionali quando ricarico ogni due/tre giorni o addirittura una volta a settimana spendendo pochi euro ho già vinto la scommessa! Se la carico a casa di sera, o in azienda, o al ristorante e magari spendo quasi zero grazie al sole o al comune che mi regala il pieno, penso ci sian più vantaggi che problemi. L’energia per esempio delle nostre colonnine è certificata tutta 100% rinnovabile, oppure se viene dal sole con l’impianto di casa fai già la tua parte per pulire’ il nero del petrolio che comunque esce dal tuo tubo di scarico. Nel dettaglio con 3 kilowatt di pannelli si producono circa 15 mila chilometri elettrici ogni anno! E nessuno lo sa! E va da sè che l’efficienza del motore elettrico è tripla rispetto al motore a combustione interna, lo dimostrano i numeri: quindi basta informarsi un po’ per smontare i luoghi comuni. Con una battuta, sarebbe come dire che l’eolico non funziona perché uccide gli uccelli. E’ ora di guardare alla sostanza delle cose senza nasconderci dietro un filo d’erba, no?”
Come si stanno muovendo secondo te le case costruttrici di auto? Quali le novità più interessanti in arrivo per gli automobilisti? Sono accessibili economicamente le auto elettriche?
“Vi dico solo questo: abbiamo appena preso una Renault Zoe elettrica che grazie agli incentivi si acquista a 17-18mila euro, con 250 chilometri di autonomia veri, 140 km/h, cinque posti e va che è uno spettacolo. Più amici la provano più stanno meditando di accelerare le proprie scelte d’acquisto. Ci sono modelli per tutte le tasche e i gusti, già per 10-12 mila euro sui si trovano veicoli elettrici usati con 100-150 chilometri di autonomia, di ottima costruzione che ti permettono in urbano di goderti la vita. Poi per chi viaggia molto è vero che il budget si alza sopra ai 40-50 mila euro, con 4-500 chilometri di autonomia (Tesla, Kia, Hyundai etc.). Ma non è più come anni fa: bisogna informarsi bene, alla fine per una montagna di motivi conviene in ogni caso. Quali? Esenzione dal bollo auto per cinque anni, l’assicurazione Rc con costi di polizza dimezzati, zone a traffico limitato accessibili, parcheggi gratis, costi di manutenzione irrisori e molti altri”.
Immagina l’Alto Vicentino fra dieci anni, come lo vedi?
“Come l’Alto Adige? Abbiamo un bellissimo ufficio a Bolzano, e la mia infanzia in campeggio in Val Venosta mi ha abituato bene: dandoci da fare, e ci sono persone capacissime e tenaci tra noi, possiamo puntare alto, sia come qualità della vita che come turismo abbinato alla capacità produttiva. Essere a un’ora dal lago o dal mare è una triade vincente che se sappiamo cogliere può dare forte risalto, oso dire di livello storico. Abbiamo competenze pazzesche, ambiente prezioso e aria pulita, sono valori che all’estero spesso non hanno e sono disposti a valorizzare”.
Cosa consiglieresti a un ragazzo che deve scegliere i suoi studi, il suo futuro professionale?
“Rompi le scatole per capire, chiediti il perché delle cose ed esigi per te stesso risposte! Cerca amici e persone che ti diano fiducia e che sappiano ‘capirti il giusto’, e a quelle dai il massimo pensando al tuo e loro futuro. Così a prescindere dalla strada apprezzerai ogni singola riga di libro, e ogni momento difficile, ‘sporco’ del tuo lavorare, perché pulire per terra magari poi ti porta ai piani più alti. Non hai idea di quanto valore passi per le mani di un magazziniere o di un operaio di fine linea, più del suo titolare!. Certamente per un’ottica di impresa locale la meccatronica offre spazi incommensurabili, molti dei quali da riempire. Ma anche discipline che ti tengano aperti gli occhi sull’estero, sulle culture diverse, sul lavorare assieme (che è diverso dallo stare sui “social”, strumento spettacolare di interazione, ma non obiettivo finale)”.
Che cosa pensi della tua vita professionale di startupper?
“Che sono stato fortunato ad imparare tanto, a sbagliare da solo ma anche con altri, e che se la mia storia personale gode di un certo interesse è forse perché, sotto sotto, la voglia di cercare assieme il meglio costituisce il vero collante tra le persone. Difficile mollare le apparenze, veramente difficile perché siamo pigri ma quando hai modo di lanciare delle idee (perché da soli poco si fa!) e qualcuno vicino a te le raccoglie, le critica, le rafforza, le tritura e la cosa magari ti scoccia, alla fine poi esce il frutto della fatica”.