Fondi russi alla Lega: dopo Savoini spunta l’avvocato Meranda
Dopo Gianluca Savoini, spunta un secondo uomo nella bufera sui presunti fondi russi alla Lega. Si tratta dell’avvocato Gianluca Meranda, che avrebbe preso parte, come rappresentante di una banca d’affari, all’incontro di ottobre 2018 a Mosca con Savoini sull’acquisto di prodotti petroliferi di origine russa. Si tratta dell’appuntamento finito nel mirino dei giudici di Milano. Dopo le ultime rivelazioni sul caso, il leader del Carroccio Matteo Salvini si augura “che le indagini facciano il loro corso con la massima tranquillità” .
E sui rapporti con Salvini, Meranda che sarà ascoltato nelle prossime ore dalla procura di Milano ha dichiarato: “Visto il ruolo di ministro che lui riveste, posso dire di averlo incontrato in occasioni pubbliche”. Insomma, Meranda conferma di averlo visto e in una lettera al quotidiano “La Repubblica” precisa: “Quella trattativa sul petrolio ci fu, ma non si perfezionò”. Il riferimento è al 18 ottobre 2018 quando, al Metropol Hotel di Mosca, proprio Savoini e altri due italiani incontrarono gli emissari russi su una presunta trattativa per i 65 milioni di dollari di un affare petrolifero.
Intanto ilfattoquotidiano.it cerca di far luce sui viaggi del leader leghista in Russia. E scrive che in quattro anni il segretario del Carroccio è stato nove volte a Mosca, e sempre con Savoini. Il 17 novembre 2014 lo stesso Salvini, parlando con il sito “International Affairs”, definisce il presidente di Lombardia-Russia “my official representative”: ed è proprio Savoini che, il 18 ottobre scorso al Metropol Hotel di Mosca, ha parlato con tre russi di un presunto finanziamento di 65 milioni di dollari alla Lega, finendo per questo indagato per corruzione internazionale dalla Procura di Milano.
Un tweet del luglio 2018 sarebbe poi l’ennesima conferma del rapporto che lega Gianluca Savoini, indagato dalla Procura di Milano per corruzione internazionale, a Matteo Salvini, nonostante il vicepremier insista a prenderne le distanze. Nel tweet Savoini esprime compiacimento per aver accompagnato Salvini durante sua visita ufficiale a Mosca.
E spunta anche una mail firmata dallo staff di Claudio D’Amico, consigliere per le attività strategiche di rilievo internazionale del vicepremier Matteo Salvini, per invitare Gianluca Savoini all’incontro col presidente russo Vladimir Putin. Il messaggio è stato inviato il 1° luglio alle 17:32 e firmato “Barbara”. “Non è stato invitato da me”, ha dichiarato da parte sua Salvini.
E mentre il segretario della Lega Lombarda, Paolo Grimoldi, bolla la vicenda come una “pirlata galattica”, il Pd continua ad attaccare. “Salvini nervoso, sprezzante, sempre sopra le righe. Si vede che non può dire la cosa più semplice: il mio fedelissimo Savoini è un truffatore”, scrive il presidente dem Paolo Gentiloni su Twitter.
Il tesoriere del Pd Luigi Zanda, chiede le dimissioni immediate di Salvini, mentre Nicola Zingaretti, durante l’assemblea nazionale del Pd, in un passaggio del suo intervento chiarisce: “Sui fondi è giusto attendere la magistratura, ma a leggere bene gli audio si profila qualcosa di più sottile, una strategia politica ben precisa, che mette in discussione le alleanze tradizionali dell’Italia. C’è un obiettivo dichiarato di superare il rapporto con l’Ue, quindi l’allontanamento dal tessuto di multilateralismo internazionale”. “Il Pd è l’unica alternativa credibile a questa deriva italiana”, ha aggiunto Zingaretti.