Nuovo stadio della Roma, in 12 a giudizio tra cui Parnasi
Andranno a processo in 12, tra cui l’imprenditore Luca Parnasi, mentre per tre è stato accordato il patteggiamento. Questa la decisione del gup della Capitale nell’ambito del filone principale dell’inchiesta sul nuovo Stadio della Roma calcio. A giudizio, oltre a Parnasi, vanno l’ex vicepresidente del Consiglio della Regione Lazio, Adriano Palozzi di Forza Italia, l’ex assessore regionale, Michele Civita del Pd e il soprintendente ai beni culturali, Francesco Prosperetti.
Vanno a processo poi Daniele Leoni, funzionario del Dipartimento Urbanistica del Comune di Roma, Giampaolo Gola, l’ex assessore allo sport del X Municipio, l’architetto Paolo Desideri, e Claudio Santini, ex capo di Gabinetto al Mibact. La prima udienza del processo in tribunale è stata fissata per il 5 novembre 2019. Le accuse sono a vario a titolo di associazione per delinquere, corruzione e finanziamento illecito.
I pm capitolini in particolare ipotizzano una presunta corruzione nell’ambito della variante del progetto per lo stadio che dovrebbe sorgere nella zona di Tor di Valle, approvato poi col taglio del 50% delle cubature rispetto al progetto iniziale. Per questa vicenda Campidoglio e Regione Lazio hanno chiesto di costituirsi parti civili. I patteggiamenti a due anni riguardano invece alcuni ex collaboratori del costruttore romano.
Il progetto sembra comunque andare avanti malgrado si arricchisca di nuovi scenari. Con un’interrogazione urgente la capogruppo del M5S in Regione Lombardi, il vicepresidente del Consiglio regionale Porrelli e il presidente della commissione Urbanistica Cacciatore, hanno chiesto alla giunta Zingaretti di rimediare ai vizi amministrativi del progetto. Il trio pentastellato è tornato a fare luce su quella conferenza dei servizi dall’esito disastroso, avvenuta prima degli stop imposti dal Politecnico di Torino.
I consiglieri regionali avevano ottenuto un parere legale in cui si dice che le condizioni di fattibilità per la realizzazione dello Stadio non ci sono, ma soprattutto che i consiglieri non subirebbero conseguenze in caso di bocciatura del progetto. Tuttavia dal Comune non arrivano risposte e allora ieri i tre consiglieri hanno chiesto che la Regione faccia rispettare le prescrizioni della conferenza dei servizi. Nel frattempo il comitato di Tor di Valle aspetta invano una convocazione dal Comune che, a distanza di un anno, ancora non è arrivata.