Licenziamenti Zanella, Donazzan risponde al sindaco: la Regione c’è e sta lavorando
“Ho convocato per martedì 3 gennaio, a Venezia, un incontro di ricognizione, presso la Direzione Lavoro della Regione Veneto, sullo stato delle relazioni interne all’azienda di moda di Caldogno”. Elena Donazzan, assessore al lavoro della Regione Veneto, ha riaperto già da settimane il dossier sulle controverse prospettive della Vicenza Manifacturing, l’azienda vicentina di pantaloni di alta gamma, acquisita dal fondo americano Tengram, e sulla quale ora pende, stando all’annuncio dell’amministratore delegato statunitense, la prospettiva della cessazione dell’attività.
Donazzan sembra così rispondere alla lettera che le aveva inviato il sindaco di Caldogno, Nicola Ferronato. “Seguo l’azienda Zanella da due anni e sono in costante contatto con la Cisl e la Cgil vicentine, nonchè con la Rsu aziendale. La vicenda dell’azienda di moda di Caldogno è molto complessa e parte da lontano – premette l’assessore – anche se sembrava che si fosse risolta positivamente con l’acquisizione nel luglio del 2015 da parte del gruppo statunitense. E’ vero che alcuni segnali all’interno dell’azienda erano stati registrati, in particolare da parte dei lavoratori, ma non ci si aspettava un simile annuncio”.
Non appena avuta comunicazione delle intenzioni del gruppo americano, sindacati e Regione hanno riattivato gli strumenti di trattativa. “I giorni di Natale non sono stati infruttuosi. I rappresentanti sindacali di Cisl e Cgil, insieme alle Rsu – rende noto l’assessore – sono riusciti a organizzare ieri un incontro a Milano con gli amministratori del gruppo americano, venuti appositamente dagli Stati Uniti, per aprire un tavolo di confronto. I contatti, quindi, sono in corso, e ai massimi livelli”.
“In questa vicenda il sindacato e i lavoratori della ex Zanella – sottolinea l’assessore – stanno dimostrando grande senso di responsabilità e capacità di interlocuzione con un soggetto che, anche solo per una questione logistica, è di difficile avvicinamento”. Donazzan manda un messaggio proprio al primo cittadino di Caldogno: “Mi aspetto – conclude Elena Donazzan – analoga capacità e responsabilità dalle istituzioni locali, che spero siano al nostro fianco nell’azione di difesa dei posti di lavoro e di un marchio che appartiene alle eccellenze del ‘made in Italy’. In situazioni così delicate preferisco lavorare in silenzio, per non deteriorare i rapporti con clamori allarmistici e cercare di ottenere risultati migliori per i dipendenti e per il tessuto economico e sociale del nostro territorio. Mi spiace che il sindaco di Caldogno abbia scambiato il silenzio operoso per indifferenza o inerzia: a noi interessano i risultati concreti, non qualche titolo in più sui media”.
La lettera del sindaco di Caldogno. Ferronato nei giorni scorsi aveva annunciato e pubblicato la lettera scritta alle istituzioni – Regione, Provincia, Confindustria, proprietà e sindacati – per sollecitare la riapertura della trattativa che eviti il licenziamento, dalla prossima settimana di 95 lavoratrici della Zanella, storica impresa di manifattura del territorio.
Nella missiva il primo cittadino lanciava “un accorato appello” affinché si facesse immediatamente il possibile per “tentare di risolvere una grave situazione di emergenza occupazionale e sociale”. Ferronato definiva nella lettera “immotivata e incomprensibile”, tanto più che risultano pronti ordinativi per i prossimi mesi, lo stato di piena produttività dello stabilimento e la presenza di nuovi macchinari acquistati da poco.
“Da quel momento, però, sulla vicenda è calato un silenzio inquietante – continua Ferronato – come se fosse subentrata rassegnazione, o, peggio ancora, disinteresse. Nessuna notizia positiva è giunta dai sindacati, che pure avevano chiesto un incontro ai vertici aziendali. Nessuna presa di posizione forte da parte di Regione e Provincia, che pure in altre vertenze recenti che riguardavano un numero minore di occupati a rischio – si pensi alla Recoaro-Sanpellegrino – sono giustamente subito scese in campo con risolutezza. Nessuna levata di scudi da parte delle categorie produttive a difesa di una realtà storica del nostro territorio e dei 95 lavoratori – anzi delle lavoratrici – della Zanella, visto che per il 90% i dipendenti che si ritroveranno a casa dal primo gennaio 2017 sono donne”.