Affido di minori nell’Alto Vicentino, Balzi “Fiducia non in discussione”
Il presidente della conferenza dei sindaci alto vicentini Franco Balzi ha ricevuto una lettera dall’Associazione Famiglie Affidatarie dell’Alto Vicentino, che ha voluto puntualizzare alcuni aspetti sulla realtà dell’affido nel nostro territorio, oltre le emozionalità emerse dopo i fatti di Bibbiano.
“La faccio mia, nella sua interezza, e la trasmetto a nome dell’Intero Esecutivo agli organi di stampa, con preghiera di darne opportuno risalto, considerata la delicatezza e l’importanza del tema affrontato – ha detto Balzi – Il mio auspicio è prima di tutto che i gravissimi episodi che hanno trovato ampio eco a livello nazionale trovino nella sede opportuna (non può essere che quella della giustizia ordinaria) una rapida ed efficace risposta, andando ad individuare le precise responsabilità”.
“Non posso però permettere che quanto accaduto in contesto circoscritto metta in discussione la fiducia della comunità nella rete dei servizi e del volontariato, che anche nel nostro territorio vanta un’esperienza importante, che va sostenuta e incoraggiata – ha proseguito Balzi – questa circostanza diventa quindi l’occasione per ringraziare questa diffusa rete di persone, fatta di famiglie, operatori, volontari (e aggiungerei anche: qualche sindaco che con passione accompagna questo percorso…): la lettera riassume alcuni dati, oggettivi, che permettono a chi lo desidera di approfondire e capire, ed evitare di giudicare in modo generalizzato e semplificatorio. Lo sforzo di comprendere la complessità delle situazioni, e il grande lavoro che permette di affrontarlo, è una strada per nulla semplice, ma è l’unica che ci possa aiutare ad essere una comunità responsabile”.
Sul tema affidi era intervenuto anche il consigliere scledense Alex Cioni, chiedendo l’istituzione di una commissione per valutare l’affido dei minori nell’alto vicentino, mozione che sarà discussa nel prossimo consiglio comunale.
Si riporta integralmente la lettera dell’Associazione Famiglie Affidatarie dell’Alto Vicentino:
Cos’è l’affido familiare?
Appare utile fare un po’ di chiarezza su questa esperienza visto che il tema in questi giorni
è balzato alla ribalta della cronaca a causa dell’inchiesta di Bibbiano (Reggio Emilia). In
quel caso la magistratura è chiamata a fare luce su fatti che, se confermati, appaiono
molto gravi proprio perché hanno come oggetto dei minori fragili. Bene attendere che la
giustizia accerti rapidamente quanto accaduto.
Ma in cosa consiste l’Affido?
Disciplinato da una legge del 1983, l’Affido è una possibilità data a bambini o ragazzi di
poter vivere, crescere ed essere educati in un contesto accogliente per alcune ore del
giorno, per più giorni alla settimana o per periodi più lunghi. Questi bambini/ragazzi
provengono da contesti familiari che stanno attraversando momenti di fragilità importanti.
L’affido diventa allora una possibilità che ha sempre lo scopo del rientro del minore in
famiglia non appena le condizioni lo consentono e comunque non oltre al compimento
del diciottesimo anno d’età. Tale decisione viene presa da un giudice del tribunale
minorile oppure concordato in modo consensuale dai servizi sociali con genitori che
chiedono aiuto. Sono in aumento le decisioni prese dal giudice, conseguenza anche delle
crescenti situazioni conflittuali all’interno delle coppie.
L’affido non va confuso con l’adozione: quest’altro percorso non prevede il rientro presso la famiglia d’origine, il figlio adottivo viene parificato ad un figlio naturale.
Il recente fatto di cronaca e le prese di posizione conseguenti tendenti a “generalizzare” il
problema, rischiano di creare confusione. Come sempre succede infatti, l’albero che cade
oscura l’intera foresta che cresce. Anche se in realtà l’esperienza dell’Affido,
numericamente parlando, foresta non è. Nell’Alto Vicentino ad esempio, nel 2018 sono stati poco più di una ventina i minori accolti in famiglie affidatarie, mentre circa quarantacinque sono stati ospitati in case famiglia. Stiamo parlando quindi di circa 70
minori su un totale di 32.000 presenti sul territorio. Più che di foresta quindi si deve
parlare di piccole oasi disseminate nei nostri paesi.
Ci sentiamo quindi di invitare a grande prudenza quando, riteniamo con troppa colpevole facilità, vengono rilasciate dichiarazioni o avanzate proposte che rischiano di danneggiare gravemente questo prezioso e delicato habitat, facendo passare l’idea che se qualcuno probabilmente ha frodato, allora tutti sono ladri.
Il clima di sospetto e pregiudizio che certe affermazioni producono nell’opinione del
cittadino della strada rischiano di distruggere quarant’anni di solidarietà, competenze
umane e professionali.
Bene sottolineare con forza quindi come nel nostro territorio ci sia un sistema chiaro, trasparente e trasversale di controllo. I trentadue comuni dell’Alto Vicentino hanno affidato da anni la gestione dei minori in difficoltà alla nostra ULSS, pagando per questo servizio una quota annuale pro capite che attualmente è di 2,8 euro ad abitante. Questa scelta virtuosa, guardata con invidia da altri territori, garantisce omogeneità e qualità di servizio senza dividersi in comuni di serie A (quelli di grandi dimensioni e con più risorse) e altri di serie B (solitamente i più piccoli).
Premesso che tutto è migliorabile, riteniamo che in questi anni tale servizio sia stato
svolto con competenza, sia da parte del personale socio-sanitario che dalla controparte
attiva, costituita da realtà importanti per il nostro territorio come le case famiglia Papa
Giovanni XXIII, la cooperativa Radicà di Calvene, la casa famiglia di Villa Savardo a
Breganze.
Sono qualche centinaio, poi, le famiglie affidatarie che si sono passate il testimone in
questi anni, garantendo uno spazio familiare accogliente.
Le strutture e le famiglie affidatarie del nostro distretto sono sufficienti oggi per dare una
risposta alle richieste di famiglie in difficoltà? Purtroppo no. Soprattutto perché in questi
ultimi anni sono diminuite le famiglie disponibili ad accogliere. Questa può essere una
domanda stimolante per risvegliare il nostro territorio, tradizionalmente generoso.
Viviamo in un tempo dove ciascuno rivendica con forza i propri diritti individuali.
Ci permettiamo di sottolineare come l’obiettivo su questi temi sia quello di mettere al
centro il diritto del minore a vedere garantita la sua crescita in un ambiente che possa
soddisfare le sue esigenze educative e affettive.