Esplorare il Vicentino – Via ferrata del Vajo Scuro sul Carega
Tra il dedalo di vaji scolpiti fra le pareti del gruppo del Fumante si trova il Vajo Scuro, tra i più facilmente accessibili anche d’estate grazie alla via ferrata che si snoda al suo interno.
Lo stretto canale si riesce a scorgere già dalla valle che sale al Rifugio Battisti alla Gazza, il quale insieme al Vajo Bisele alla sua destra disegna una V alla base del Torrione Recoaro.
L’itinerario per chi vuole percorrere il Vajo Scuro è abbastanza impegnativo perchè lungo ma la ferrata non presenta grosse difficoltà. Più che per la via in sé, il percorso riveste un notevole interesse paesaggistico essendo serrato tra strette pareti in un ambiente piuttosto selvaggio. Da qualche anno ormai è presente una variante d’attacco difficile alla classica ferrata, denominata Variante Lontelovere ideata dalla guida alpina Gianni Bisson. Questo tratto di via ferrata si caratterizza per l’esposizione e una buona parte lungo una parete verticale e strapiombante di notevole impegno.
Il luogo di partenza ideale per affrontare l’itinerario è dal Rifugio Battisti che si raggiunge da Recoaro Terme. Dal parcheggio dell’ultimo tornante della strada si segue il sentiero che conduce ad altri noti itinerari come quelli dell’Omo e la Dona e del Vajo Pelegatta. Per intraprendere il Vajo Scuro occorre tralasciare queste prime due salite continuando la traversata in costa panoramica verso l’evidente complesso roccioso del Fumante. Si attraversano alcuni vaji, come il Ghimbalte e il Lovellazzo.
Nel frattempo si trovano i primi tratti di cavo che aiutano la progressione. Il sentiero ora corre su piccole coste erbose alla base di alte pareti; si giunge in breve ai piedi del Torrione Recoaro, delimitato dal solco del Vajo Lovaraste che va a tagliare anche il percorso per il Vajo Scuro. Occorre ora calarsi nel vajo con l’aiuto del cavo e di alcune staffe metalliche. Per chi non è uso a percorrere vie ferrate è consigliabile indossare qui l’imbrago.
Dopo questo breve tratto si percorre un’ ampia cengia erbosa e finalmente svoltato l’angolo si nota il Vajo Scuro incassato tra le pareti. Nell’ultima cengia erbosa è possibile intraprendere la Variante Lontelovere che compie un percorso più elevato rispetto alla via classica, per congiungersi poi nuovamente all’inizio del vajo.
Risalito il canale detritico si giunge all’attacco del vajo e della vera via. L’itinerario si fa subito interessante andando a risalire uno stretto camino di roccia dove filtra poca luce. Superatolo, si approda nel solco principale costituito da alcuni balzi che si superano sempre sulla destra assicurati dal cavo metallico. Qui l’ambiente si fa severo e notevole, si può notare come il compagno che segue o precede si faccia piccolo in confronto alle alte pareti che lo circondano.
Si risale il vajo fino a una stretta forcella in una zona caratteristica detta Orecchia del Diavolo. Da qui per un breve tratto in traverso si giunge a una seconda forcella dopo essere passati sotto un grande masso incastrato tra le pareti, che crea un varco detto Porta dell’Inferno. Il sentiero ora scende di qualche metro tra grandi massi per risalire di nuovo più avanti all’ultima forcella da dove ci si cala poi nel Giaron della Scala. Ora si può decidere di compiere la traversata fino al Rifugio Campogrosso e tornare al Battisti per un lungo sentiero in costa che corre alla base del massiccio del Fumante, mentre la via più consigliata per la sua bellezza è salire fino alla forcella Lovaraste e in breve all’omonima cima. Da qui si intraprende il sentiero alto del Fumante in cresta per raggiungere i rifugi Fraccaroli o Scalorbi.
Le vie più veloci e sicure di discesa sono attraverso il sentiero dell’Omo e la Dona oppure attraverso il Forcellino Plische e il sentiero del Passo della Lora. Entrambe le possibilità sono valide per la vista: nel primo caso si ammirano gli inconfondibili monoliti che sembrano un uomo e una donna che si guardano, nel secondo caso si passa sotto lo spalto roccioso del Monte Plische per poi calarsi nell’ampio vallone che scende al Rifugio Battisti con la spettacolare visione della parete nord di Cima Tre Croci e sulla catena che si prolunga da essa.