CineMachine | Il re leone

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REGIA: Jon Favreau ● CAST: Donald Glover, Beyoncé Knowles, James Earl Jones, Chiwetel Ejiofor, Alfre Woodard, John Oliver, John Kani, Seth Rogen, Billy Eichner, Eric André, Florence Kasumba, Keegan-Michael Key, JD McCrary, Shahadi Wright Joseph, Amy Sedaris, J. Lee, Penny Johnson, Chance the Rapper, Josh McCrary, Phil LaMarr ● GENERE: animazione, avventura, drammatico ● DURATA: 118 minuti ● DATA DI USCITA: 21 agosto 2019 (Italia)

IL RE È TORNATO

Il re leone del 2019 per la regia di Jon Favreau.

Storia: Simba, un cucciolo di leone, ha perso il padre Mufasa, re di un immenso regno nella savana africana, in ciò che sembrerebbe essere stato un incidente. Il cucciolo pensa di averne la colpa e per questo fugge di casa, sotto istigazione dello zio Scar, per non farne più ritorno. In realtà la colpa si rivelerà proprio essere dello zio di Simba, bramoso di salire sul trono e di avere il potere assoluto sul regno di Mufasa.

Sta diventando quasi un genere a sé stante questo tipo di cinema. Un cinema che ci frastorna, ci incuriosisce e ci fa anche arrabbiare in un certo senso. Noi che siamo affezionati ai cartoni animati della Disney, perché ci hanno accompagnati nel corso della nostra infanzia, forse guardiamo con l’occhio storto questo tipo di spettacoli, in quanto vanno un po’ a minare qualcosa che per molti di noi è simbolo di quell’innocenza che forse ora come ora non ci appartiene più.

In attesa di ulteriori di questi lavori, tra cui menzioniamo Mulan e La Sirenetta, la Disney propina in sala l’ennesimo film in live-action di una sua vecchia gloria passata. DI fatto Il re leone (1994) diretto da Roger Allers e Rob Minkoff è tra i film più celebri della multinazionale statunitense, se non il film che la fece proprio rinascere, dopo un periodo produttivamente sobrio, prima dell’avvento di Pixar e dei suoi ben amati film d’animazione.  

Cosa dire di questo Il re leone di Jon Favreau? C’è da puntualizzare da subito che in verità tutto ciò che ci viene mostrato è stato riprodotto in studio, tramite l’ausilio della computer grafica, quindi non c’è nulla di reale in quello che lo spettatore sta vedendo, quindi la “farsa”, se così la vogliamo definire, rimane e funziona, in quanto il film è ben girato e ben fotografato e strizza l’occhio al suo omonimo cinematografico, sotto anche il punto di vista dei contenuti che cambiano, ma lievemente. 

Di fatto, la grande pecca di questo titolo è che la storia in sé non aggiunge molto, anzi è un qualcosa di palesemente scopiazzato e rievocativo, presentato con un mezzo diverso che però ha sempre a che vedere con l’animazione. Alla fine questo film è un film d’animazione, in quanto non ci sono personaggi in carne e non c’è quasi nessun elemento che sia reale o esistente. Quindi dove sta la novità? In qualche cambio di battuta, in qualche risvolto nei personaggi che potrebbe far evincere qualche ulteriore messaggio nella sottotrama del film?  

Il film alla fine fugge via, durando ventinove minuti in più rispetto all’originale, ma mi è parso come di sentire una fiaba che già conoscevo, letta da qualcun’altro che magari ha aggiunto o tolto qualcosa, ma alla fine è sempre la stessa storia. Certo, fa piacere un rivisitazione o una spolverata di tanto in tanto delle vecchie glorie passate, ma ad oggi sembrerebbe a mio giudizio che la spettacolarizzazione del mezzo valga più delle storie che ci stanno dietro. Lasciamo stare poi il comparto musicale che forse è la vera nota dolente di questo titolo.  

L’unica nota positiva di Il re leone è, oltre la regia di Jon Favreau che comunque ha saputo veramente far bene il suo lavoro, è che questi animali più realistici, sia nell’aspetto che nel carattere, creano, in un certo senso, una distanza con il pubblico, perché intimoriscono di più, rispetto ad un aspetto più cartoonesco. Questo è un segno forse di una maturazione del cinema disneyano che forse vorrebbe rivolgersi al suo pubblico, quello dei giovanissimi, in un modo più reale e più vivo e forse sono io  che la devo smettere di pensare al cartone animato. 

Forse alla fine Disney ha realizzato questo tipo di cinema pensando maggiormente ai giovani d’oggi che non a coloro che come me stanno ormai andando incontro alla fase adulta e ripensano, come accennavo all’inizio, alla loro infanzia ormai perduta, al loro mondo che era fatto di quel tipo di cartone animato e di come quest’ultimo ci abbia emozionato raccontandoci visivamente delle storie. Una sperimentazione economica e cinematografica che sembrerebbe aver funzionato, ma che personalmente reputo alquanto priva di interesse.