Conte incassa la fiducia al Senato. Oggi il premier a Bruxelles
Dopo il via libera della Camera, il governo Conte bis incassa la fiducia anche in Senato. 169 i voti a favore, due in meno rispetto al Conte 1 e 8 in più rispetto ai 161 voti di maggioranza assoluta. Quanti bastano, dunque, per far partire il nuovo esecutivo giallorosso. “E’ un nuovo inizio per l’Italia” ha detto soddisfatto il premier Giuseppe Conte, sottolineando che ora si aprirà “una stagione riformatrice di rilancio e speranza”. La “costituzione e il rispetto delle istituzioni” saranno “la nostra bussola” e “gli interessi degli italiani il nostro obiettivo”.
Una fiducia ottenuta in un Palazzo Madama infuocato. In aula è andata in scena l’ennesima guerriglia tra Giuseppe Conte e il leader della Lega Matteo Salvini con il concorso di un’agguerrita tifoseria della Lega e con tanto di cori, cartelli alzati e t-shirt esibite. Come quella indossata dalla leghista Lucia Borgonzoni che recitava ‘Parliamo di Bibbiano’. Troppo per la presidente del Senato Elisabetta Casellati, che dopo averla invitata a rimettersi la giacca decide di sospendere la seduta. E sempre dai banchi dei leghisti, per tutta la giornata è stato un susseguirsi di cori, urla e stilettate, proseguite anche durante l’intervento di Conte in aula: “Elezioni”, “Bibbiano”, “vergognati”, “dignità”. Salvini, dal canto suo, è tornato all’attacco più in forma che mai: “Conto di tornare a fare il ministro il prima possibile – ha spiegato – e mi auguro che il nuovo ministro non si pieghi ai ricattucci della sinistra, cancellando i decreti sicurezza, perché farebbe il male del Paese”. Quindi ha puntato il dito contro Conte accusandolo di “potronismo”. “L’hanno capito tutti – ha aggiunto Salvini – che questo governo è basato sulla spartizione delle poltrone e sulla paura di tornare al voto”. Poi fendenti sul look del premier: “Lo stile è sostanza, non apparenza, non dipende solo dalla cravatta, dalla pochette e dal capello ben pettinato.”. Lo ha etichettato come “l’uomo che sussurrava alla Merkel” e punzecchiato con una serie di appellati pungenti: “Signor Conte. Presidente Conte-Monti.”.
Frasi che tuttavia non hanno scalfito il premier che ha assicurato che si metterà “al lavoro con coraggio e determinazione”, e ribadito che ”la manovra si farà in Italia”. Ora la partita si sposta sui sottosegretari, le cui nomine, ha assicurato Conte, si faranno “il prima possibile”.
Missione Bruxelles intanto oggi per il presidente del Consiglio. Conte avrà una serie di colloqui, a partire da quelli con la presidente eletta della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e con l’uscente Jean-Claude Juncker. Poivedrà anche il presidente dell’Europarlamento, David Sassoli, quello uscente del Consiglio europeo, Donald Tusk, e il designato Charles Michel.
“L’Italia oggi è più forte, e con il nuovo Governo intendiamo svolgere un ruolo di primo piano in questa fase di rinnovamento dell’Unione europea: la mia determinazione è massima e confido di poter riscontrare un elevato grado di convergenza con la nuova Commissione europea”. E’ quanto scrive su Facebook il presidente del Consiglio prima di arrivare nella capitale dell’Unione europea.