Raduno della Lega a Pontida: Salvini rilancia l’opposizione al governo giallorosso
Matteo Salvini si riprende la scena e dal palco di Pontida infiamma i sostenitori della Lega. Carroccio che si ricompatta dopo la crisi di governo e la nascita del Conte bis.
“Questo è uno spettacolo incredibile, questa è l’Italia che vincerà – esordisce il leader della Lega rivolgendosi alla base alla quale chiede coraggio e pazienza – fatevelo voi l’applauso e vediamo se qualche telegiornale riuscirà a nascondere questo popolo. L’odio e la paura non abitano a Pontida, non cambierei la mia vita con quella di un Renzi di un Conte o di un Di Maio qualunque, tenetevi la poltrona.
Col sorriso si risponde agli insulti e pregando per loro nel giorno di Maria Addolorata”.
Poi l’attacco al nuovo governo: “Non possono scappare all’infinito, prima o poi si tornerà al voto”. “Il popolo italiano non è schiavo di nessuno. Sfideremo i traditori chiusi nei palazzi. Apriamo le porte agli italiani di buona volontà che sono schifati dal tradimento di chi ha svenduto il Paese. Chiamerò i mille sindaci e i governatori per preparare l’Italia che verrà”. E chiarisce la linea politica della Lega, ovvero un’opposizione a colpi di referendum.
Sia sulla legge elettorale: “Vogliamo una legge che dice chiaramente chi governa”. Sia sul decreto sicurezza: “Se toccheranno i decreti sicurezza non raccoglieremo 500mila firme per il referendum, raccoglieremo 5 milioni di firme per difendere i sacri confini del Paese, perché i nostri non sono morti sul Piave per avere i confini aperti”.
Lancia poi una stoccata a Luigi Di Maio che ha aperto al Pd sulle regionali in Umbria: “Su Di Maio non cambio idea, è un amico anche se cambia fronte. Ma non condivido le sue scelte: mi spiace vedere che l’evoluzione dei 5 stelle si trasformi nel cappello in mano in Umbria per una poltrona“.
Promette di fare la flat tax non appena tornerà al governo. E sui migranti attacca: “Ci sono stati 200 sbarchi a Lampedusa nelle ultime ore. Schiavisti, razzisti e colonialisti stanno a sinistra”. Poi chiama Carola Rackete “viziatella comunista”, contrapponendole Oriana Fallaci, e aggiunge di “non vedere l’ora di andare a processo per guardare Carola a testa alta”. In chiusura, ricorda la manifestazione a Roma del 19 ottobre, la “festa dell’orgoglio nazionale”.
Non sono mancati, a Pontida, i momenti di tensione con l’aggressione a un videomaker e gli insulti a Gad Lerner. “Ebreo, comunista, straccione, tornatene a casa”, gli hanno gridato contro i militanti del Carroccio. Ricevendo poi la solidarietà dei ministri Giuseppe Provenzano e Dario Franceschini. “Quanto avvenuto è l’eterno ritorno di qualcosa di antico: l’intolleranza e l’odio per la libertà di pensiero. Fermare e isolare questa deriva è possibile e non ci fermeremo” il tweet di condanna del segretario del Pd Zingaretti.