Secondo pusher di coca ed eroina arrestato. Ancora droga nascosta nei boxer
Seconda coppia di manette a scattare sui polsi di uno spacciatore in pochi giorni a Schio. Stavolta a finire in cella è un 20enne di nazionalità nigeriana – Igumbor Onuwa Samson il suo nome completo – raggiunto nella serata di ieri dai carabinieri del capitano Jacopo Mattone in via Vecellio, e trovato in possesso di ben 45 dosi di cocaina e 5 di eroina, occultati negli indumenti intimi. Come nell’analogo caso precedente alla perquisizione personale è seguita quella domiciliare: un altro (anche se minimo) quantitativo di droga è stato posto sotto sequestro, insieme a oltre 5 mila euro in denaro contante e 7 telefonini cellulari che sicuramente consentiranno di ampliare la rete conosciuta di spacciatori e consumatori “amici” del classe ’99, ora in carcere dopo l’arresto in flagranza.
A completare l’operazione di polizia sono stati i militari del nucleo Radiomobile di Schio, città dell’Altovicentino dove il ragazzo dedito al malaffare risulta residente e, anche in questo caso, del tutto nullafacente. Anche se, va specificato, Samson finora risultava un volto non fra quelli noti alle forze dell’ordine, vale a dire incensurato. Quando la pattuglia di carabinieri gli si è parata davanti a ridosso della zona delle scuole, nel quartiere di Santa Croce, il ragazzo è stato tradito dalla fretta e da un palese stato di agitazione, segnali colti puntualmente dagli effettivi in servizio. Le dosi di “neve” ritrovate nei boxer sono state sequestrate e successivamente analizzate: in tutto 5,20 grammi. Poco meno di un grammo, invece, di eroina ritrovata sempre nell’intimo del giovane.
In casa sua il successivo blitz ha portato alla luce altre due dosi di eroina, gli smartphone già consegnati ai tecnici per estrarre numeri utili dalla rubrica e conversazioni, oltre a vari materiali di confezionamento e, nel dettaglio, 5.260 euro ritenuti provento dell’attività illecita. Un secondo colpo inferto in pochi giorni alla rete dello spaccio di droga nell’Altovicentino, “rete” che rischia di venire tagliata anche grazie alla moltitudine di telefonini utilizzati dai pusher, vere e proprie banche dati assai preziose una volta finite nelle mani delle forze dell’ordine.