La filiera dei pusher (anche minorenni) viaggia via whatsapp: due arresti
Gli ordini di droga viaggiavano via whatsapp, ma risalendo la filiera, dal consumatore in Campo Marzo a Vicenza, a casa del rifornitore, la guardia di finanza ha sgominato tutta una rete che vendeva marijuana ai giovanissimi.
Tutto è partito da un controllo notturno antidroga delle fiamme gialle nella zona della stazione degli autobus nel capoluogo: indirizzati dal cane antidroga Rey, i militari hanno controllato un ragazzo di 15 anni – F.F. – che è stato trovato in possesso di circa 70 grammi di marijuana.
Vista la giovane età e considerata la necessità di procedere ad ulteriori approfondimenti, il 15enne è stato portato in caserma in contrà San Tomaso, dove i finanzieri hanno ispezionato la memoria del suo smartphone, riuscendo ad individuare gli ultimi contatti intrattenuti con il suo pusher e ad individuarne l’identità: un altro minorenne di origini marocchine di 17 anni, E.A..
A questo punto, incrociando i dati acquisiti con le banche dati di cui dispone la guardia di finanza, è stato perquisito l’appartamento in corso Padova dove il 17enne risultava residente: qui i finanzieri hanno rinvenuto, nascosti in un comodino, due buste contenenti complessivamente oltre 150 grammi di marijuana, un bilancino di precisione, un grinder e 700 euro in contanti. Il lavoro dei militari non si è però fermato qui e, proprio per ricostruire la filiera delle cessioni della droga, hanno sequestrato ed analizzato anche lo smartphone del 17enne.
Gli accertamenti tecnici sulle app di messaggistica (peraltro dotati di innovativi sistemi di protezione dall’accesso e di cancellazione automatica dei dati) hanno consentito alle fiamme gialle di recuperare diverse conversazioni che avevano per oggetto gli accordi per la cessione della droga. Il 17enne è stato quindi denunciato presso il Tribunale dei Minori di Venezia che, anche vista la sua reticenza e della scarsa disponibilità a collaborare, ne ha disposto l’arresto e l’accompagnamento presso il centro di detenzione minorile di Treviso.
Non ancora soddisfatti, gli agenti della polizia finanziaria hanno continuato a svoglere indagini sulle chat di messaggistica del 17enne, individuando una ragazzo italiano di 22 anni – D.J. – che è risultato essere un ulteriore potenziale spacciatore. Autorizzata dal Tribunale una seconda perquisizione, questa volta presso l’abitazione del 22enne, i militari hanno dovuto però far intervenire un operatore della Protezione Animali di Vicenza: le foto del profilo Instagram del 22enne mostravano infatti chiaramente che il giovane teneva in casa, in via Tiepolo sempre a Vicenza, un cane di grossa taglia.
In casa gli sono stati trovati oltre 200 grammi di marijuana, una pianta di cannabis, tre grinder, un bilancino di precisione e numerosi involucri destinati in maniera evidente al confezionamento delle dosi. Addosso al 22enne sono stati trovati circa seimila euro in contanti, presumibilmente frutto dell’attività di traffico di sostanze stupefacenti, una televisione maxi schermo, numerose consolle e videogiochi di ultima generazione ed un mountain bike professionale.
Anche in quest’ultimo caso, le fiamme gialle hanno proceduto al sequestro e all’analisi dello smartphone, alla ricerca di conferme che potessero incastrarlo alle sue responsabilità. Gli accertamenti sul reddito hanno permesso di verificare l’incompatibilità fra il suo tenore di vita e i redditi legali realizzati nell’ultimo quinquennio. Il 22enne è stato quindi arrestato e trattenuto presso la sede della guardia di finanza di Vicenza in attesa dell’udienza per direttissima, che si è conclusa nella prima mattinata di ieri: l’autorità giudiziaria ha in prima battuta riconosciuto la validità delle ipotesi investigative ricostruite dai militari e convalidato l’arresto.