Tifoso morto prima di Inter-Napoli: arrestato l’investitore di Belardinelli
Svolta nella vicenda relativa all’omicidio di Daniele Belardinelli, l’uomo travolto e ucciso da un’auto nel corso degli scontri tra ultras prima di Inter-Napoli, il 26 dicembre dello scorso anno. Questa mattina è stato arrestato l’ultrà napoletano che, secondo gli inquirenti, era alla guida del mezzo, quella sera, in via Novara, a meno di 2 chilometri dallo stadio di San Siro. Si tratta di Fabio Manduca, 39 anni, finito all’alba nel carcere di Poggioreale per l’omicidio volontario del capo tifoso del Varese. Manduca sarebbe legato a clan camorristici, fa parte del gruppo ultrà dei Mastiffs, che al San Paolo occupa uno spicchio della Curva A, ed è stato guidato a lungo da Genny ‘a carogna: ha precedenti per reati contro il patrimonio (truffa, ricettazione, furto e commercio di prodotti falsi), ma non aveva Daspo. Titolare di un’impresa di pompe funebri, in questi mesi ha sempre scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere.
Le indagini, scrupolosissime, sono durate dieci mesi: l’ordinanza di custodia in carcere è stata firmata dal gip di Milano Guido Salvini nell’inchiesta della Digos coordinata dal procuratore aggiunto Letizia Mannella e dai pm Rosaria Stagnaro e Michela Bordieri.
Manduca sapeva di potere uccidere e ha accelerato quando ha visto davanti alla sua Renault Kadjar il gruppo dei tifosi nerazzurri. Ad esserne certa è la Digos. “Qual omicidio, chill se vuttat iss annanz a machin, frà (quale omicidio, quello si è lanciato lui davanti alla macchina, fratello, ndr)” diceva l’ultrà del Napoli, intercettato il 6 aprile mentre parlava in dialetto con un amico. Una telefonata dalla quale, scrive il gip Guido Salvini, “emerge con chiarezza che Manduca ha piena consapevolezza dell’investimento” e cerca di giustificarsi.
La dinamica. Manduca è dunque accusato di aver accelerato, alla guida di una Renault Kadjar che faceva parte della ‘carovana’ degli ultras napoletani, quando, proprio all’inizio degli scontri, un gruppo di ultrà interisti invase la strada con un assalto programmato, con tanto di mazze, coltelli e bastoni. L’ultrà del Napoli, in particolare, che con lui aveva in macchina altri tifosi, dopo aver superato un’altra auto della carovana, un’Audi A3, avrebbe puntato dritto al gruppo di ultras ‘rivali’, investito volontariamente Belardinelli (39 anni, ultrà del Varese, tifoseria gemellata con quella interista), passando sopra il corpo e proseguendo, poi, la marcia (le armi usate dagli ultrà). In un interrogatorio uno dei passeggeri dell’Audi A3 spiega: ”L’accelerazione del mezzo (.) ha di fatto creato un varco sulla strada (.) Dopo pochi metri, mi avvedevo del corpo di una persona a terra”.
Nella conferenza stampa odierna, il gip Guido Salvini ha spiegato che le indagini sono state caratterizzate dall‘omertà dei due gruppi ultrà, quelli napoletani e interisti protagonisti dei tafferugli, che non hanno collaborato, tanto che gli investigatori hanno dovuto incrociare le versioni rese da alcuni ultras per corroborare i riscontri emersi dalle immagini delle telecamere.
Appresa la notizia, la madre di Belardinelli si è sfogata su Facebook: “Hanno preso il disgraziato che ha ammazzato mio figlio, non mi cambia la vita, ma spero di vederlo faccia a faccia”.